Economia / Valchiavenna
Giovedì 14 Febbraio 2019
«Libertà di scelta? Prima i ragazzi
vanno informati»
Corso cancellato al Caurga. Gli Artigiani al provveditore. «Altrimenti il rischio è che la scuola sforni disoccupati».
«Non vogliamo contestare la libertà di scelta, ma non ci si può rassegnare all’idea che la scuola sforni dei disoccupati». Prosegue con il nuovo intervento di Confartigianato il dibattito sul legame fra istruzione e lavoro, alimentato soprattutto dalla mancata attivazione della prima classe del corso “Manutenzione ed assistenza tecnica” al Caurga di Chiavenna per mancanza di iscritti.
Andrea Lorenzini, vicepresidente provinciale dell’associazione che riunisce 4mila imprese, prende la parola dopo l’analisi del dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale Fabio Molinari, secondo il quale si è fatto «molto rumore per nulla» su questa tematica. Lorenzini ricorda che il tema dei due corsi per meccanici ed ebanisti a Chiavenna risale al 2002, quando venne costituita una commissione per sostenere la formazione professionale con enti locali e imprese. «In quasi 20 anni tutti hanno creduto in questi due corsi e per farne crescere il livello qualitativo il pubblico ha investito ingenti risorse nei laboratori e nei macchinari - sottolinea Lorenzini -. È sempre stato difficile raggiungere il numero minimo, ma con l’impegno di tutti l’obiettivo è sempre stato raggiunto».
Nel 2012, di fronte al timore che non ci fosse più, ci fu uno sforzo straordinario da parte della stessa scuola e delle imprese con un fitto calendario di incontri di orientamento in molte scuole medie della valle e dell’Alto Lago. «Il risultato venne raggiunto perché ci fu un’informazione completa alle famiglie - spiega l’imprenditore chiavennasco -. Non crediamo in una scuola estranea alla realtà e al contesto territoriale, né che si chiude su se stessa, soprattutto quando i ragazzi vogliono acquisire competenze tecniche. Il dialogo con gli altri attori del territorio è fondamentale».
Lorenzini ribadisce che «nessuno mette in discussione la libertà dei ragazzi nella scelta del percorso scolastico, ma la libertà passa prima di tutto dalla conoscenza: se le famiglie non conoscono perché manca l’attività di orientamento o questa viene fatta male, la libertà non può essere esercitata».
Quando un territorio come la Valchiavenna, secondo gli artigiani, perde un corso di questo tipo, una cosa è certa. «Si impoverisce perché i giovani di questa valle avranno un’opportunità di formazione in meno». Confartigianato apprezza l’idea, formulata dalle istituzioni, di convocare un tavolo su quest’argomento.
«La scuola e il mondo del lavoro sono mondi distinti? Mi permetto di dissentire da quest’affermazione, soprattutto quando si parla di formazione tecnica e professionale. Mi auguro veramente che qualcuno non voglia creare delle divisioni e delle spaccature in Valchiavenna mettendo la scuola contro la valle».
Confartigianato ricorda che in molti istituti professionali e tecnici sono stati istituiti i “Comitati tecnico scientifici” previsti dal 2010 e confermati dalla legge sulla “Buona scuola”. «Sono nati per agevolare il dialogo e il confronto fra il mondo della scuola e quello del lavoro e dell’impresa. La legge prevede l’obbligo di crearli e convocarli tre volte all’anno».
La conclusione di Lorenzini esprime anche amarezza e preoccupazione. «In questi anni sono stati fatti alcuni passi avanti nel dialogo fra il mondo della scuola e quello del lavoro e dell’impresa. Non sono rari i casi di proficua collaborazione e sono i giovani a beneficiare di tale dialogo. Rinchiudersi in una sorta di autoreferenzialità tipica delle élite non giova a nessuno. L’alternanza scuola-lavoro fonda la propria forza proprio sul dialogo fra i due mondi e sul rispetto dei loro rispettivi bisogni. Negare tale confronto e separare i due contesti significa fare un salto all’indietro di decenni». Occorre, conclude Lorenzini citando Luigi Einaudi, «conoscere per deliberare».
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