Economia / Sondrio e cintura
Domenica 10 Novembre 2013
Legge di stabilità sbagliata
Braccia incrociate per 4 ore
È in programma per venerdì 15 novembre l’iniziativa promossa unitariamente da Cgil, Cisl e Uil a livello nazionale e locale alla fine di ogni turno
Quattro ore di sciopero per cambiare la legge di stabilità. E intanto scatta l’allarme per la cassa in deroga.
È in programma per venerdì 15 novembre l’iniziativa promossa unitariamente da Cgil, Cisl e Uil a livello nazionale e locale alla fine di ogni turno. Dalle 15 alle 17 si terrà un presidio davanti al palazzo del governo di via Vittorio Veneto. Vittorio Giumelli (Uil), Giocondo Cerri (Cgil) e Mirko Dolzadelli (Cisl) hanno presentato ieri la mobilitazione. «Il governo annuncia soluzioni, ma nei fatti non ci sono risposte - spiega Giumelli -. Per questa ragione abbiamo deciso di organizzare una giornata di mobilitazione. Non è facile in questo momento parlare di braccia incrociate, perché la situazione contingente presenta difficoltà enormi per i lavoratori. Si spera che con questo intervento si riesca a essere ascoltati. Le richieste principali sono la riduzione del cuneo fiscale, il risparmio degli sprechi nella politica e nella pubblica amministrazione e un abbattimento del costo del lavoro».
Dolzadelli aggiunge che si parla di taglio delle tasse, ma con cifre irrisorie. «Non si può curare un malato cronico con l’aspirina. Di ben altro ha bisogno il Paese per pensare a un cambiamento di rotta. A questo governo, che sosteniamo per l’importanza della stabilità, chiediamo maggior coraggio. Bisogna tradurre gli annunci in elementi di concretezza e l’attuazione degli obiettivi. Siamo preoccupati perché assistiamo non alla ripresa, ma a un accentuarsi, soprattutto in provincia, delle situazioni di crisi». Cerri lancia l’allarme per la cassa in deroga e ribadisce che il tavolo sulla crisi si riunisce raramente e senza produrre risultati significativi. L’assenza di certezze sul rifinanziamento futuro di questo specifico ammortizzatore sociale è un vero e proprio incubo per moltissimi lavoratori. Per le aziende che esauriscono la cassa, senza questo rifinanziamento, non c’è alcun supporto.
«Com’è possibile che in una notte si trovino due miliardi per l’Imu e non ci siano 300 milioni per la cig in deroga del secondo semestre di quest’anno? In Valtellina si supera il migliaio di lavoratori esposti su questo fronte nei prossimi mesi, dalle grandi imprese alle piccolissime». L’alimentare è uno dei pochi settori che si era difeso, ora la situazione è differente. “Non ci riferiamo solo a Rigamonti e Frisia, è una condizione sempre più diffusa. I meccanici - al di là di esempi virtuosi come Ge e Carcano - soffrono soprattutto per il calo della domanda interna. Turismo e commercio fanno registrare dati negativi sia in Alta Valtellina, dove emerge un calo delle prenotazioni rispetto al passato, sia negli altri mandamenti. Il precariato cresce e anche il tfr rischia di diventare sempre di più una conquista. In edilizia continua il calo iniziato cinque anni fa”. Ce n’è anche per le istituzioni «che convocano il tavolo sulla crisi una volta all’anno» e le banche locali. «Ottenere un mutuo è sempre più difficile e questo non aiuta il settore edile. Le nostre più importanti aziende di credito hanno ridotto il loro valore e quello delle azioni. Anche qui serve un cambio di rotta». Intanto il 50% dei giovani laureati se ne va. «Può essere questo il futuro della valle?», conclude Cerri. «Al di là del rifinanziamento della cassa in deroga, che è senza dubbio un aspetto centrale, c’è la necessità di costituire una vera e propria cabina di regia sullo sviluppo della provincia - precisa Mirko Dolzadelli -. Bisogna capire come generare nuova occupazione, passando dall’analisi alle proposte».
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