L’edilizia in emergenza
C’è il boom da superbonus
ma mancano i ponteggi
Cantieri non riescono a chiudere per carenza di materiale. Non si trova nemmeno polistirolo per le cappottature, interventi rinviati
Mancano i ponteggi, mancano i materiali, i cui costi nel frattempo sono lievitati, e pure la manodopera con la Svizzera troppo appetibile per trattenere tutti i muratori. E così mentre a Roma il governo dibatte sulla possibilità o meno di prorogare il superbonus al 110% cui all’improvviso tutti i condomini giustamente ambiscono, in provincia di Sondrio, come nel resto del Nord d’Italia, l’edilizia è nel caos.
Lavori interrotti
Ci sono cantieri aperti che non riescono a chiudere perché manca qualcuno dei materiali necessari (il polistirolo per i cappotti è sold out) e lavori che dovrebbero partire che vengono rinviati perché non ci sono più ponteggi liberi. E anche quando le impalcature non servono, come nel caso dell’edilizia acrobatica che sta conoscendo una crescita esponenziale in Valtellina dopo un’iniziale diffidenza, le richieste sono talmente numerose che alcuni cantieri finiscono fin da ora programmati al 2022.
Alla base di tutto il troppo lavoro e il poco tempo a disposizione perché seppur in vigore dal luglio dello scorso anno, il 110% tra incertezze e complicazioni burocratiche e l’inerzia dettata dal covid ha cominciato a “girare” soltanto da quest’anno quando i condomini, uno dopo l’altro, hanno deliberato le opere, aggiungendosi peraltro ai cantieri del bonus facciate.
«Non si era pronti»
«Il problema fondamentale - dice Domenico Mosconi, titolare dell’Edil-piemme impresa che fino allo scorso anno montava il 50% dei ponteggi di tutta la Valtellina (loro anche quelli appena tolti dalle facciate della Camera di commercio di Sondrio) - è che nessuno era strutturato per una cosa del genere. Gli studi tecnici e le altre categorie interessate dai lavori soggetti a bonus riescono a strutturarsi senza grossi investimenti, per noi si tratta di investimenti onerosi per l’acquisto dei ponteggi che, peraltro, non si trovano perché neppure le imprese che li fanno hanno il materiale per realizzarli». Da febbraio gli ordini non vengono più evasi. I fornitori indicano in un lasso di tempo tra i 45 e i 60 giorni i termini per le consegne quando peraltro viene fatto il prezzo che tanto è già aumentato del 20%.
«Nel primo trimestre di quest’anno sono stati aperti numerosi cantieri, ancora c’erano i ponteggi – continuano dall’Edil-Piemme -, ma nessuno si è concluso. Sono tutti bloccati perché mancano i materiali. Ci sono ritmi di lavoro non sostenibili. I tempi sono troppo stretti, con la proroga al 2023 si potrebbe lavorare con più calma». Le previsioni più ottimistiche parlano di un ritorno alla normalità, o comunque a una situazione più gestibile, per luglio.
Una speranza anche per chi, come quelli dell’edilizia acrobatica, non ha bisogno di ponteggi, ma si trova comunque oberato di lavoro. «Stiamo lavorando non tanto, tantissimo - dice Glauco Pini, da un anno e mezzo responsabile marketing della sede sondriese del franchising aperto nel 2016 -. Se a livello nazionale l’edilizia su fune vale l’1% dell’edilizia in generale, in provincia di Sondrio siamo intorno al 15% sulle facciate». Un boom che ha dovuto superare l’iniziale diffidenza dei valtellinesi non aperti per loro natura alle novità, a ciò che si discosta dalle tradizioni. «All’inizio ci chiedevano se facessimo il circo - ci scherza Pini -, poi piano piano vedendo che su certi interventi siamo più versatili e più celeri, che costiamo meno e sulle pratiche abbiamo meno burocrazia, abbiamo sfondato il muro di diffidenza. A ottobre scorso poi siamo stati i primi in provincia di Sondrio a fare lo sconto in fattura per la cessione del credito e questa cosa ha funzionato». Talmente tanto che stanno già prendendo lavori per il prossimo anno e che, in previsione, c’è anche l’apertura di una sede a Lecco.
Intanto si stanno concentrando sul bonus facciate o comunque su lavori “minori” rispetto al 110%, cantieri che possono durare da un giorno a un mese. «A breve avremo cinque cantieri aperti in città - ancora Pini -. Da 4 operai che avevamo lo scorso anno siamo passati a 14 e assumiamo ancora. Il problema è trovare i muratori».
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