Economia / Lecco città
Lunedì 09 Agosto 2010
Lecco: segnali di ripresa
ma non per l'occupazione
I dati congiunturali del secondo trimestre mostrano un miglioramento degli indici della produzione, delle vendite e degli ordini. Ma, nonostante questi segnali incoraggianti, le imprese lecchesi restano prudenti e non assumono nuovo personale, per cui il mercato del lavoro continua a risentire degli effetti della crisi
LECCO - Nel secondo trimestre, gli indicatori lecchesi della produzione industriale, delle vendite e del fatturato sono migliorati, lasciando percepire qualche segnale di ripresa. Ma il miglioramento degli indicatori lascia le imprese ancora caute nel programmare le assunzioni. Quelle previste nel 2010, rispetto al 2009, calano da 3.800 a 3.650, anche se crescono sia le assunzioni non stagionali (da 2.110 a 2.920 unità), sia le assunzioni a tempo indeterminato (da 980 a 1090 persone). Il saldo occupazionale previsto per il 2010 rimane negativo (-1.230 unità, contro le -1.200 del 2009), anche a seguito di forti uscite di personale (i licenziamenti preventivati passano da 3.660 a 4.150). Si prevede un ulteriore calo dell'occupazione (-1,6%), di entità pari a quello della precedente indagine.
Questi, in estrema sintesi, i principali risultati dell'indagine Excelsior. La ricerca sulla domanda di lavoro e sui fabbisogni professionali costituisce una consolidata base di dati e informazioni sui quali l'Osservatorio del Mercato del Lavoro della provincia di Lecco ha svolto l'elaborazione di alcune voci contenute nel report allegato.
Il tasso di entrata previsto dalle aziende lecchesi (3,7%) è inferiore al dato medio regionale (4,7%), così come quello di uscita (5,3% contro il 6,3% lombardo). Solo la provincia di Monza e Brianza mostra un tasso di entrata inferiore a quello della nostra (3,2%), mentre Lecco evidenzia il tasso di uscita più basso a livello regionale.
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