Economia / Lecco città
Mercoledì 06 Luglio 2016
Lecco. Rincara
la bolletta dell’elettricità
In questo mese aumenta del 4,3% il costo energetico: imprese e consumatori sono sul piede di guerra. Il consorzio Adda Energia: «Abbiamo appena chiesto di rendere effettivi gli incentivi alle attività energivore»
Associazioni d’impresa e consumatori sono sul piede di guerra per i nuovi rincari (+4,3%) che tutti si ritroveranno in bolletta elettrica a partire da questo mese, in cui il conto sarà già più pesante per l’inclusione del canone Rai.
Ad essere aumentato è il costo del cosiddetto dispacciamento, cioè la gestione dei flussi di energia nella rete, di cui si occupa Terna. Ma imprese, Autorità per l’energia, Federconsumatori e Unione nazionale consumatori vogliono vederci chiaro in quella già definita «speculazione» dalle associazioni dei consumatori che chiedono un’indagine parlamentare, mentre l’Autorità parla di «di strategie anomale» che causano «un rilevante aggravio di costi per il sistema e un’alterazione del normale meccanismo di formazione dei prezzi sul mercato» al punto che ora si pensa a imporre sanzioni.
Nel frattempo comunque tocca pagare, come ci dicono anche al Consorzio Adda energia di Api Lecco, associazione che di recente ha sollecitato il Governo ad agevolare con incentivi le aziende più energivore senza che finora sia giunta alcuna risposta.
«Ora sul nuovo aggravio di costi – afferma Ambrogio Bonfanti, presidente del consorzio Api – ci aspettiamo che l’Autorità applichi le dovute sanzioni. Come aziende subiamo la situazione e riusciamo ad abbassare i costi operando però solo su poco più di un terzo della componente di prezzo, quella relativa all’energia, perché per il resto sono costi fissi definiti dal sistema».
Oggi sul costo energetico il consorzio è attivo da tempo con due tipi di contratto, a prezzo fisso e a prezzo indicizzato, con acquisti trimestrali «per far fronte alle variazioni di mercato – afferma Bonfanti – diventate ormai continue e speculative con aggravio sulle aziende in un momento in cui non è vero che l’economia stia ripartendo. La quota soggetta a trattativa sta dando buoni risultati, abbiamo chiuso contratti molto positivi anche se, essendo contenuta la quota su cui è possibile trattare, il risultato è meno evidente di quanto vorremmo».
Oggi il consorzio dell’Api serve in provincia di Lecco 330 punti di prelievo per 250 giga, punti di prelievo che non corrispondono esattamente ad altrettante aziende visto che in ogni sito produttivo possono esserci più punti. «Il nostro numero di consorziati è stabile, le aziende che serviamo apprezzano i benefici di un lavoro che per il consorzio non è facile visto che i vantaggi si stemperano alla fine nel mare di tasse e balzelli di cui le imprese sono gravate. Ma per fortuna le imprese sanno distinguere e in momenti come questi, in cui si impongono aumenti su cui non possiamo intervenire, per fortuna il consorzio aiuta a contenere i danni. E questo vale sia per le aziende iscritte in Api sia per quelle esterne all’associazione, che comunque accogliamo nel consorzio».
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