Economia / Lecco città
Giovedì 29 Ottobre 2020
Lecco: la manifattura si è quasi fermata
C’è un boom della cassa integrazione
Le ore autorizzate nei primi nove mesi sono cresciute di dieci volte rispetto a un anno fa - Enzo Mesagna, segretario Cisl: «La situazione dei pagamenti migliora anche se restano ritardi»
Da gennaio a settembre di quest’anno in provincia di Lecco il numero di ore di cassa integrazione autorizzate per il solo settore manifatturiero sono decuplicate, con un’inversione di tendenza che si è iniziata a vedere in settembre, in sensibile calo su agosto, ma con un miglioramento che ora potrebbe essere cancellato per gli effetti che la nuova corsa della pandemia porterà nei fatturati delle imprese.
Questi i dati di una nuova elaborazione della Cisl di Monza Brianza e Lecco su base Inps: nel 2019 sono state 2,357 milioni le ore di cassa autorizzate nei primi nove mesi dell’anno, contro i 20,663 milioni dello stesso periodo del 2020. Dieci volte tanto, dunque, senza considerare che non sono inclusi i dati del commercio, dell’artigianato e dell’agricoltura che viaggiano su fondi dedicati (Fis, Fsba e Cisoa).
In provincia di Lecco nel solo mese di settembre sono state autorizzate 560mila ore, contro 1.767.000 ore di agosto: «È stato il segnale – ci dice Enzo Mesagna, segretario della Cisl di Monza Brianza e Lecco, con delega al mercato del lavoro – di un’economia locale che stava cercando di ripartire. In settembre le aziende stavano lavorando seppure in situazioni di difficoltà. Questo dato che avrebbe dovuto riportarci lentamente a una situazione più sostenibile tornerà a peggiorare a conclusione di ottobre».
I settori più colpiti da gennaio a settembre di quest’anno nel Lecchese sono il manifatturiero, con quasi 15 milioni di ore, seguito dalle costruzioni (1,1 milioni di ore), con un dato parziale del commercio e turismo che nei dati Cisl riguarda solo la cassa ordinaria e straordinaria (a cui quindi va aggiunta la cassa emergenziale per Cig) per 3 milioni di ore.
Continua ad essere, a Lecco, «sofferta ma non drammatica», spiega Mesagna, la situazione dei pagamenti della cassa integrazione: «Ci sono un po’ di ritardi sulla cassa in deroga, soprattutto per il Fondo di solidarietà dell’artigianato, per i mesi di aprile e maggio, anche se una recente comunicazione dell’Inps informa che si sta rimediando. La situazione dei pagamenti – aggiunge Mesagna – sta lentamente migliorando, ma ad oggi ci sono lavoratori che a quattro mesi di distanza ancora aspettano il pagamento di giugno».
Lavoratori che, per fortuna, nella maggior parte dei casi hanno ripreso l’attività produttiva ma che nei conti famigliari continuano ad accusare gli effetti degli arretrati non pagati.
Su quel che accadrà a breve Mesagna aggiunge che «tutto dipende dal regime che si adotterà nel modo di contrastare il virus, a seconda che ci sia o meno un lockdown. Se alle fabbriche sarà data la possibilità di lavorare probabilmente assisteremo a un incremento, comunque parziale, della cassa integrazione perché comunque con le nuove limitazioni le persone usciranno meno, consumeranno meno con relativa ricaduta sulle produzioni».
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