Lecco: le imprese
contro la burocrazia

I ritardi del sistema-Paese. L'Italia che non riesce ad uscire dalla crisi con la forza di altre economie europee. Sono questi alcuni dei temi trattati nel convegno "Mondo, europa, imprese - Cosa è cambiato con la crisi", organizzato da Confindustria Lecco e tenuto nella sede di via Caprera.

g.morassi

LECCO - "L'Italia è un paese ritagliato sulle esigenze di noi cinquantenni". L'osservazione è dell'ormai ex vice ministro Adolfo Urso. "Per tornare a crescere bisogna togliere il gigantesco tappo della complessità burocratica". Questa invece è un'analisi di Giorgio Squinzi, amministratore unico della Mapei oltre ad essere il presidente di Federchimica. "Il nostro Pil pro capite è lo stesso che avevamo nel '98". Il dato è riferito da Luca Paolazzi, direttore del centro studi di Confindustria. Sono tre schegge che concorrono a disegnare il ritratto di un paese, l'Italia, stanco che non sa guardare avanti con fiducia e che nelle scelte politiche, fiscali e di economia continua a privilegiare i patrimoni - che poi sono la ricchezza prodotta e accumulata nel passato - ai redditi, la ricchezza che si produce qui e ora e che si potrà produrre. Queste tre schegge sono uscite nel corso del convegno "Mondo, europa, imprese - Cosa è cambiato con la crisi", organizzato da Confindustria Lecco e tenuto nella sede di via Caprera. Il saluto è stato affidato a Giovanni Maggi (vice presidente di via Caprera) che, come in altre occasioni, non ricordato che il Lecchese, forse più di altri territori, ha sofferto per la crisi deflagrata nel 2008, perché qui è più alta che altrove la presenza del manufatturiero (che concorre al 41% al Pil lecchese). "Poi - ricorda il vice presidente di Confindustria - la risposta delle imprese è stata buona e pure la tenuta occupazionale". E anche Maggi sottolinea che le difficoltà delle imprese sono soprattutto fuori dai cancelli, a causa di un sistema paese che sconta troppi ritardi e inefficienze. Così ora può succedere che gli imprenditori siano tentati di de-localizzare non in paesi lontani, per inseguire un costo del lavoro e costi di produzione non paragonabili con i nostri, ma in Svizzera o in Austria, dove possono trovare certezze normative e amministrative. Dove le risposte sono sì o no, in tempi compatibili con quelli dettati dal mercato. Dopo un'analisi della situazione attuale, il convegno di ieri ha individuato nell'innovazione e nell'internazionalizzazione gli strumenti che le aziende devono adottare per crescere. Una strada per la verità che tantissimi imprenditori hanno imboccato da tempo, come dimostrano i dati dell'export, che a settembre ha registrato una crescita del 16% rispetto al 2009.

Economia / Lecco città

Martedì 16 Novembre 2010

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