Economia / Lecco città
Domenica 26 Gennaio 2020
Lecco. «I robot non rubano
il lavoro ai giovani»
Occupazione: la 3DP si occupa di stampanti 3d - L’amministratore: «Investiamo su ragazzi preparati»
La specializzazione e la qualità daranno lavoro ai giovani. Nel crescente dibattito sulla minaccia di automazione e digitale verso i posti di lavoro, una risposta non viene solo dai numeri. Ma anche da una storia. Quella della piccola 3DP di Como, nel settore delle stampanti 3D, che ha assunto un ragazzo fresco di diploma. E si tratta del secondo nel giro di poco tempo, anzi sta già guardando avanti, per eventuali nuove assunzioni.
Carmine Natola arriva dall’Enaip Cantù, Daniele Cotta dalla Ripamonti di Como. L’amministratore unico Alberto Canali ha parole di lode per entrambe le scuole: «Avevamo già assunto una segretaria, poi Carmine che oggi ha 25 anni. Lui ha frequentato l’Enaip, ottimo istituto. Ma anche con il Ripamonti ci siamo trovati bene».
Prenotato già all’inizio dell’anno scolastico: su Daniele si sono posati gli occhi mentre studiava automazione industriale, con specializzazione in stampa 3D. In azienda si è fatta la rifinitura? «Abbiamo messo in pratica quello che aveva studiato – racconta Canali – Il giorno della maturità è venuto a fare il colloquio, noi gli abbiamo chiesto: puoi venire domani?». Prima tappa il tirocinio con Garanzia giovani, il 31 dicembre («dopo le solite beghe burocratiche») l’annuncio per un altro giorno speciale: «Da lunedì contratto per 40 ore settimanali e a tempo indeterminato».
Il mondo dei robot e del digitale entrando nei settori tradizionali, non è immune da rischi. Como si trova tra le ultime trenta province per rischio di automazione nelle micro aziende: resta nella parte superiore di questa particolare classifica elaborata da Confartigianato, con il 30%. Su 36mila lavoratori, quelli a rischio elevato sono 11mila per Como, per il medio pericolo 23mila. Soprattutto nell’industria tessile, nei mobili, alimentari.
La meccanica vede il mondo digitale alimentare nuovi posti di lavoro, e non è l’unica. Anche nelle micro imprese il principale problema non è il posto a rischio, bensì la preparazione. «Me lo dicono anche i miei clienti – racconta Alberto Canali – Si fa fatica a trovare i ragazzi, non per la qualità delle scuole. Ma perché sono troppo poche». Una volta accolti nel mondo digitale, possono rendersi conto più che mai dell’importanza del fattore umano. Dell’essere una squadra: «Ho mandato in un’azienda a Barcellona – spiega Canali –a frequentare un corso, così c’era anche l’occasione di visitare la città».
I ragazzi imparano, ma l’amministratore unico di 3DP precisa: «Io chiedo anche consigli». Perché portano energie fresche, nuove idee.
Intanto «già ci siamo mossi per prendere qualcuno dal Pessina – spiega ancora - Darebbero un aiuto nell’ambito del software gestionale». Per cominciare a rompere il ghiaccio con uno stage magari e poi si vedrà.
Così è nelle micro imprese, a piccoli passi, ma appena si può per sempre. Occorre una strategia, come negli investimenti. «L’anno scorso è andato bene nei primi sette mesi - osserva Canali - poi si è sentito il rallentamento. Il nuovo anno è iniziato con segnali buoni. Importante è stato anche investire sull’e-commerce, entrano 20-30mila euro in più al mese. Si vendono ricambi e si intercettano clienti per le stampanti. Ecco, io mando un messaggio positivo, vorrei che i piccoli imprenditori capissero. Per questo boom mi sono rivolto a un professionista vero. Non si può sempre guardare a ciò che costa meno».
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