Lecco e la crisi tedesca: export in calo di 50 milioni

La crisi della Germania continua a condizionare l’economia lecchese e il suo export.

I dati del primo trimestre per le aziende del nostro territorio segnalano a una preoccupante frenata, con un calo del 7% su base annua per le esportazioni.

A condizionare fortemente le performance delle aziende lecchesi è soprattutto il mercato tedesco e quindi principalmente il comparto manifatturiero. Le vendite verso la Germania nel primo trimestre dell’anno, infatti, hanno registrato una contrazione addirittura del 16%. Ancor peggio il dato dell’import che rallenta del 25%.

L’economia tedesca continua a far registrare risultati negativi

Nel dettaglio: fra gennaio e marzo 2024 le aziende manifatturiere lecchesi hanno venduto merci in Germania per 244 milioni (si consideri che l’export complessivo della provincia di Lecco è stato di 1,4 miliardi). Nello stesso periodo del 2023 era stato di 291milioni con un calo di 47 milioni.

Analogo discorso per le importazioni calate da 239 milioni a 208 milioni.

La bilancia degli interscambi fra la provincia di Lecco e la Germania per il settore manifatturiero, dunque, resta in attivo di 35 milioni, con una flessione del 32% rispetto ai 52 milioni del primo trimestre 2023

Passando in rassegna i macrosettori del manifatturiero lecchese ben si comprende l’origine della crisi

I prodotti in metallo, che da soli cubavano quasi 80 milioni di export fra gennaio e marzo 2024, hanno segnato un calo del 10%. La metallurgia è passata da 60 a 43 milioni di vendite in Germania con una riduzione del 28%. I macchinari sono scesi da 47 milioni a 36 con una flessione del 25%. L’automotive ha registrato un calo del 10% passando da 18 a 16 milioni.

Sul fronte degli acquisti non è andata meglio. L’import di prodotti chimici è diminuito del 35%. La metallurgia è scesa da 82 milioni di importazioni a 75 con una flessione del 18%. Bene solo i macchinari cresciuti del 5,6% passando da 44 milioni a 45. L’automotive ha perso il 70%.

L’economia italiana, secondo gli ultimi dati Ocse, nei tre mesi primaverili ha rallentato il passo fermando la crescita a +0,2% rispetto a +0,3% registrato in inverno. In questa maniera si colloca al penultimo posto in classifica fra i Paesi del G7.

Ultima è la Germania che registra un andamento negativo.

Gli esperti fanno sapere che l’economia globale gode di buona salute considerando che il Pil dei Paesi aderenti all’Ocse è salito dello 0,5%.

Il fanalino di coda del G7 in mano alla Germania non è però una buona notizia per l’Italia considerando che tutta l’area del Nord-Est e in particolare il Lecchese, locomotiva dell’economia nazionale, è legata a doppio filo con la manifattura tedesca.

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