Le crisi di impresa. Ci sono i mediatori, ma pochi li cercano

Il rapporto. Il nuovo strumento può evitare il fallimento, ma dal suo arrivo è stato richiesto soltanto 475 volte. Potrebbe salvare da pretese esagerate dei creditori

È stato presentato il primo bilancio della “Composizione negoziata della crisi d’impresa” che vede nei professionisti, soprattutto commercialisti, protagonisti importanti nella gestione professionale di una procedura nata per aiutare le imprese in difficoltà. Una procedura volontaria in cui è l’imprenditore a presentare l’istanza e a richiedere l’intervento di un esperto negoziatore-facilitatore che lo assista, dialogando con i creditori, nella ricerca di una soluzione tesa al risanamento dell’azienda col fine ultimo di evitare il fallimento.

Si tratta di uno strumento nato nel novembre 2021 e ripreso dal nuovo Codice della crisi entrato in vigore il 15 luglio 2022.

Secondo i dati diffusi dalla Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza, Lodi, il 21% delle 475 istanze presentate in un anno in tutta Italia è di un’impresa lombarda (una su cinque), con Milano che concentra il 56% delle 100 istanze lombarde. In particolare, Milano ha 56 istanze che pesano per il 56% sul totale delle istanze lombarde. Per il resto 14 istanze provengono da Bergamo, 8 Varese, 5 da Brescia, 4 da Monza e Brianza, 4 da Mantova, 2 da Cremona, 4 da Pavia, 2 dall’area Como-Lecco. Nessuna domanda da Sondrio e una da Lodi. (dati elaborati dalla Camera Arbitrale di Milano su base propria e Unioncamere).

“Le imprese – ricorda la nota - nel presentare la domanda possono chiedere le misure protettive: si tratta di interventi volti a proteggere il patrimonio, i beni aziendali e i diritti con i quali viene esercitata l’attività di impresa aziendale dalle iniziative giudiziarie dei creditori. Queste misure protettive servono a facilitare il buon esito delle trattative assunte per la regolazione della crisi”.

Sul totale le misure protettive sono state richieste dal 68,6% delle istanze nazionali (326 imprese) e dal 67% di quelle lombarde (67 imprese). Nella regione a richiederle sono state 41 imprese del territorio di Milano-Monza Brianza-Lodi, 9 di Bergamo, 5 di Varese, 4 di Brescia, 4 di Pavia, 2 di Mantova, 1 di Como-Lecco, 1 di Cremona.

“La Composizione Negoziata è un’importante opportunità per le realtà imprenditoriali in difficoltà, è un supporto per prevenire il default e tentare di garantire il più possibile la continuità aziendale “, afferma Rinaldo Sali, vicedirettore generale della Camera arbitrale di Milano e referente per il Servizio di Composizione Negoziata per le imprese lombarde.

Sali aggiunge che «a un anno dall’istituzione dello strumento possiamo dire che la partenza è stata piuttosto tiepida: occorre oggi più che mai avviare un cambio culturale di prospettiva e fare sistema a più livelli, con le istituzioni, le associazioni di categoria e gli Ordini professionali, per accompagnare in questo momento particolarmente delicato le imprese a comprendere le opportunità dell’affrontare la crisi quando questa è ancora reversibile e sfruttare quasi la crisi per rilanciarsi. Come Camera arbitrale – conclude Sali - siamo impegnati a sviluppare l’idea di prevenzione della crisi e a garantire la competenza e l’indipendenza dell’esperto chiamato a facilitare il dialogo tra imprenditore e creditori».

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