Economia / Sondrio e cintura
Mercoledì 20 Novembre 2013
Le api meno stressate
Arriva l’arnia Top Bar
Quattro apicoltori e l’associazione “Punto. Ponte” ne useranno in Val d’Arigna e Val Fontana - Produrranno il 25% in meno ma sarà di alta qualità
Renzo Erini, Gianpiero Moltoni, Francesco Baroni e Luca Folini Biscotti sono i quattro pionieri del metodo Top Bar che riproduce il naturale ambiente delle api, per un’apicoltura etica e non invasiva. Il progetto dal nome “Potere allo sciame”, proprio a indicare il recupero di un effetto spontaneo della sciamatura, è l’innovazione nel solco della tradizione cui i quattro apicoltori valtellinesi, sostenuti dall’associazione Punto.Ponte, hanno intenzione di dare avvio.
La prossima primavera saranno preparate venti arnie - dieci andranno in Val d’Arigna e altre dieci in Val Fontana - dove le api produrranno il miele che in autunno sarà commercializzato con l’etichetta Punto.Ponte. Ma qual è la novità di questo metodo? «La Top Bar è un’arnia a sviluppo orizzontale, la cui estremità superiore è costituita da barre orizzontali in legno (top bar, appunto) - hanno spiegato Moltoni ed Erini - che ne costituiscono il tetto e al di sotto delle quali le api sono naturalmente portate a costruire i favi. Lo sciame che si avvicina all’arnia trova un ambiente adatto alle proprie esigenze, adibito a essere costruito da zero. Anche la cera, infatti, non viene immessa dall’apicoltore come accade solitamente, ma viene generata e plasmata dalle stessi api nella forma naturale del favo, cioè dall’alto verso il basso».
Le pareti dell’arnia le conferiscono una pendenza interna che fa sì che le api costruiscano i favi a una certa distanza dalle pareti laterali, permettendone una facile estrazione che non danneggia la colonia. Una volta riempiti di miele e sigillati con la cera dalle stesse operaie, i favi verranno poi prelevati dall’apicoltore una volta all’anno e smielati a pressione, a mano o con l’aiuto di un torchio. «In pratica interferiamo il meno possibile e lasciamo che le api facciamo quello che hanno sempre fatto - proseguono -. L’arnia si può costruire anche in casa, in modo semplice». Il limite di questo metodo è che le arnie Top Bar rendono il 25 per cento di miele in meno rispetto a quello di allevamento, ma in compenso il miele è più dolce ed è prodotto in modo non violento nei confronti dell’ape e, dunque, in un’ottica di sostenibilità che il gruppo Punto.Ponte intende lanciare. Anche nei confronti della frutticoltura, con cui qualche volta il rapporto è stato teso.
«La spinta propulsiva di questa iniziativa - ha detto Baroni - è che bisogna starci tutti in questa valle con pari diritti e doveri. La strada è sviluppare strategie nuove, operare in modo che agricoltura di tipo intensivo e apicoltura possano andare di pari passo, con soddisfazioni maggiori ad entrambi. Non c’è volontà di scontro,anzi si punta a una convivenza possibile fra frutticoltura e apicoltura».
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