Economia / Morbegno e bassa valle
Martedì 24 Novembre 2015
Latte, un calice amaro. «Andando avanti così chiuderemo presto»
La crisi dei prezzi: Gianpietro Barri col fratello Paolo gestisce l’azienda agricola di famiglia a Dubino. «Perdite ingenti, aiutateci a evitare questa fine».
«Se andiamo avanti così si chiuderà molto presto. Chiediamo di aiutarci a evitare questa fine». C’è tanta voglia di non mollare nelle parole di Gianpietro Barri, impegnato insieme al fratello Paolo nella gestione dell’azienda agricola di famiglia a Dubino. Si tratta di una delle dieci imprese del settore più rilevanti, come dimostrano i numeri. Ma soprattutto di una di quelle realtà che non opera all’interno del sistema delle cooperative, quella barriera importantissima che finora ha permesso di ridurre i danni per il settore lattiero-caseario valtellinese. I numeri di quest’impresa, nota fino al recente passato soprattutto per i successi conquistati nelle fiere di settore, parlano chiaro. Duecento vacche da latte e quattrocento capi in totale, oltre sessanta quintali di latte prodotti al giorno e una storia che parte da lontano.
Risale a quasi novant’anni fa, infatti, l’inizio dell’attività, con una lunga esperienza – fino agli anni Novanta - di alpeggio Val di Lei. In mezzo ci decine di migliaia di “levatacce” all’alba, quarant’anni di latte fresco immessi quotidianamente sul mercato e centinaia di riconoscimenti, come dimostrano i diplomi, le targhe e tanti altri oggetti esposti nel piccolo ufficio dell’azienda. Ora tutto rischia di finire, con conseguenze pesanti per le famiglie dei due fratelli Barri e dei tre dipendenti, senza dimenticare tutto l’indotto di un’azienda di questo tipo e dimensioni.
Il costo della produzione, in Valtellina, supera i quaranta centesimi al litro. Cifre ripetute e ormai note, ma che bisogna tenere sempre d’occhio. Ormai se ne ottengono solo trentatré e non si sa se le trattative di questi giorni comporteranno delle reali soluzioni, nonostante la costanza dell’impegno messo in campo dalle associazioni.
«Consegniamo al nostro principale cliente 22.500 quintali all’anno, frutto di una produzione di oltre sessanta al giorno – spiega Gianpietro Barri -. Ogni mese rispetto all’anno scorso perdiamo circa ventimila euro, in un anno sono oltre 230mila. Se andremo avanti così, non ci resterà che chiudere. Sarà inevitabile, se non cambieranno le cose. Siamo qui dall’alba, tutti i giorni, ma non basta. siamo con l’acqua alla gola».
© RIPRODUZIONE RISERVATA