L’artigianato lecchese cambia volto:
un’impresa su cinque parla straniero

I dati di Unioncamere evidenziano un profondo cambiamento negli ultimi dieci anni. Le attività degli immigrati si concentrano nelle costruzioni, nei servizi e nella ristorazione

Nell’area lariana 18 imprese individuali artigiane su 100 sono guidate da imprenditori stranieri, quasi una su cinque, una quota che negli ultimi dieci anni è aumentata di circa tre punti percentuali, segnalando un ruolo sempre più rilevante della componente estera nel sistema economico locale. Secondo i dati dello studio Unioncamere e InfoCamere, al 30 settembre 2024 in provincia di Lecco le imprese individuali artigiane ammontano a 5.906, di queste 930 sono gestite da imprenditori stranieri, il 15,7%. Nel 2014, il totale complessivo era di 6.514 realtà, con 772 imprese straniere che rappresentavano l’11,9%. Anche in questo caso, si registra una riduzione complessiva delle imprese individuali artigiane, accompagnata da un aumento del peso percentuale di quelle straniere. In provincia di Como, sempre al 30 settembre 2024, si contano 10.869 imprese individuali artigiane, delle quali 2.146 sono gestite da imprenditori stranieri, il 19,7%. Rispetto al 30 settembre 2014, quando le imprese artigiane totali erano 12.231 e quelle straniere rappresentavano il 17,6% (2.149 unità), si osserva una diminuzione generale del numero totale di imprese e una leggera crescita proporzionale della componente straniera.

In Lombardia, al 30 settembre 2024, le imprese individuali artigiane risultano essere 176.523. Di queste, 45.526 sono gestite da imprenditori stranieri, il 25,6% del totale. Dieci anni prima, a settembre 2014, il peso delle imprese artigiane straniere era del 20,10%. Complessivamente il numero totale di imprese individuali artigiane nella regione è diminuito del 9,3%. Tale calo è dovuto principalmente alla diminuzione delle imprese italiane (-15,6%), mentre quelle straniere sono aumentate del 15,7%.

A livello nazionale gli imprenditori stranieri guidano oltre 200mila imprese, il 20% del totale. Questo segmento è cresciuto del 20% in dieci anni, con un saldo positivo di 33.847 nuove imprese, mentre il numero di imprese italiane si è ridotto di oltre 133mila unità (-14,6%). Sommando le due dinamiche, il bilancio complessivo del comparto artigiano fa dunque segnare un deficit di imprese pari a -99.395 nel decennio. Sempre nel periodo esaminato, la percentuale di titolari stranieri nelle imprese artigiane è passata dal 15,5% al 20,5%. Gli artigiani stranieri si concentrano in settori strategici per l’economia, come costruzioni, servizi alle imprese e ristorazione. A livello nazionale si nota una trasformazione nel settore delle costruzioni, dove il 29,1% delle imprese artigiane è oggi a titolarità straniera (117mila unità al 30 settembre 2024), con un incremento significativo del 13% in dieci anni, mentre il totale delle imprese individuali è diminuito dell’11,5%. Nei servizi alle imprese, le attività con titolari stranieri sono aumentate del 55%, rappresentando ora il 27,8% del totale (oltre 14mila unità). Anche nel comparto della ristorazione e dell’ospitalità, il 23,2% delle imprese è a conduzione straniera, con una crescita del 14,9% nello stesso periodo.

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