Economia / Sondrio e cintura
Sabato 18 Ottobre 2014
La vendemmia avanza spedita
Bene, ma va evitata altra pioggia
Le vigne brulicano di addetti ai lavori pronti a dare, ancora una volta, il meglio di sé per portare a casa un prodotto all’altezza della situazione
Si vendemmia a tambur battente. Chi è partito mercoledì, chi ieri, chi oggi, comunque, le vigne brulicano di addetti ai lavori pronti a dare, ancora una volta, il meglio di sé per portare a casa un prodotto all’altezza della situazione.
Operazione non facilissima, perchè, anche se l’uva Nebbiolo ha dato prova di resistenza ferrea, questi ultimi quindici giorni di pioggia non sono stati affatto un toccasana. Se non sono riusciti a dare il colpo di grazia al prodotto, l’hanno, comunque, messo a dura prova finendo per intaccare il grappolo col temutissimo marciume. Che occorre, ora, debellare, acino per acino.
«Non sarà la vendemmia del secolo - ammette Graziano Murada, direttore della Fondazione Fojanini di Sondrio - però, aggiungo anche che chi, come me, coltiva la vigna da più di trent’anni, ha senzaltro visto di peggio».
«Soprattutto tenuto conto dell’andamento dell’intera stagione fra nottua primaverile e piogge estive battenti che hanno proseguito, imperterrite, pure in questi primi quindici giorni di ottobre in cui sono scesi quasi 100 mm di acqua. Avrebbe potuto essere una strage per le nostre uve, come accaduto altrove, invece, il vitigno Nebbiolo si è dimostrato coriaceo come non mai». Di un ceppo davvero tosto deve trattarsi, perché è dallo scorso luglio, se non da prima, che è osservato speciale da parte dei singoli vignaiuoli e, per la parte tecnica, dagli esperti della Fondazione Fojanini di Sondrio, sperticatisi in raccomandazioni circa un uso corretto dei trattamenti contro la peronospera, temutissima, e che pareva stesse avendo la meglio sull’uva dopo le prime insistenti piogge di luglio.
Invece, no. Non c’è l’ha fatta a danneggiarla, salvo alcune zone più segnate dal maltempo, e non ce l’ha fatta neppure la pioggia di agosto e quella di settembre, anche se, ora, la pianta è davvero allo stremo.
«I viticoltori stanno approfittando di questi giorni, quantomeno, asciutti, per vendemmiare – insiste Murada – e, dato che fino a metà della prossima settimana il tempo si mantiene stabile, occorre darci dentro».
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