La ripresa vola a colpi di tre per cento
La congiuntura del semestre: domanda, produzione e fatturato interno ed estero mai così bene insieme. Tregua anche con le banche, con segnali di stabilità per spese, commissioni, tassi e richieste di garanzie.
I dati della nuova indagine congiunturale rapida di Confindustria Lecco e Sondrio danno un segnale diverso rispetto a quanto riferito in questi giorni dall’Istat, che indica “crescita zero” di Pil in relazione agli ultimi mesi del primo semestre dell’anno.
Anzi, proprio nella parte finale del semestre, fra aprile e giugno, il report di Confindustria certifica un incremento delle vendite «sia a livello domestico sia sul fronte del commercio internazionale».
L’indagine, realizzata dall’Osservatorio congiunturale che comprende la Confindustria Lecco e Sondrio più Unindustria Como, riferisce un “cambio di marcia” e in sostanza ci dice che nel primo semestre di quest’anno, rispetto allo stesso dell’anno scorso, a crescere del 3% sono la domanda, la produzione e il fatturato. Crescita ancor maggiore (+4,3%) se il confronto lo si fa col semestre precedente, il secondo del 2015.
E da qui a fine anno le attese degli imprenditori “sono nuovamente di lieve miglioramento, anche se di minore entità rispetto a quanto registrato nel primo semestre”, si legge nell’indagine.
«I dati della nostra indagine – afferma in una nota la presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Cristina Galbusera – fanno finalmente percepire un cambio di marcia che, pur contenuto nella sua entità e ancora tutto da confermare nei prossimi mesi, è soprattutto un importante segnale che ci invita ad avere una maggiore fiducia».
Galbusera sottolinea che le percentuali di crescita non sono rilevanti e che i livelli pre crisi sono ancora lontani. «Tuttavia - aggiunge – finalmente qualcosa sta cambiando e speriamo sia l’inizio di una fase di ripresa che confidiamo possa prendere slancio, complice il cruciale completamento delle riforme e la corretta gestione del processo di riassetto istituzionale».
Sul fronte degli ordini le aziende di Lecco e di Sondrio segnano un +4,9% su base congiunturale (cioè nel confronto fra il primo semestre di quest’anno e il secondo del 2016) e un +2,6% su base tendenziale (primo semestre di quest’anno rispetto al primo semestre del 2015). Ma sulle previsioni gli imprenditori locali indicano un rallentamento intorno al -1,2%.
Dati più positivi per chi esporta. Lieve aumento a Lecco e Sondrio per l’incidenza delle materie prime sui costi aziendali, indicata al 35,8%. Tregua anche con le banche, con segnali di stabilità per spese, commissioni, tassi e garanzie richieste. E aumentano gli imprenditori che segnalano più disponibilità bancaria nell’espandere o attivare nuovo credito.
«La produzione segue le dinamiche degli ordini», si afferma nell’indagine, e ciò per Lecco e Sondrio si traduce in una crescita del 2,1% tendenziale e 2,8% congiunturale, mentre resta contenuto allo 0,5% il dato previsionale. La capacità produttiva si attesta al 76,6%, mentre la produzione affidata all’indotto (10,6%) si conferma rivolto ad aziende italiane (9,1%).
Sui fatturati Lecco e Sondrio confermano la positività del dato medio (+3,3% congiunturale e +3,1% tendenziale), con una variazione prevista al +2,2% entro fine anno come dato medio ma non per le aziende di Lecco e Sondrio, che registrano invece una decelerazione dello 0,4%. Si attesta al 38% la quota di fatturato estero, con l’Europa occidentale come primo mercato seguita da Est Europa, Usa, Bric, America centro-meridionale e Asia Occidentale.
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