
Economia / Lecco città
Giovedì 20 Maggio 2010
La ripresa già rallenta
Produzione in frenata
I timidi segnali di ripresa che avevano caratterizzato i primi mesi dell'anno mostrano già segni di stanchezza. E' il risultato dell'indagine congiunturale rapida che Confindustria Lecco ha condotto tra un campione di imprese associate. La ricerca congiunturale rileva anche un aumento dei listini delle materie prime.
In dettaglio, per quanto riguarda la dinamica degli ordini, l'indagine rapida segnala che il 34% del campione attesta un aumento della domanda (era il 46% nella scorsa edizione), il 44% una situazione stabile (38% nella scorsa edizione) e il 21% una diminuzione (era il 16% nella precedente indagine).
Tiene l'export: le imprese del campione segnalano nel 39% dei casi un aumento degli ordini all'estero confermando il dato di aprile, il 46% indica una stabilità, mentre il 15% rileva una riduzione (era il 19% nella precedente indagine). A soffrire è in particolare il mercato interno: il 28% delle aziende campione descrive una diminuzione della domanda, oltre il 10% in più rispetto a metà aprile.
I livelli produttivi seguono una dinamica abbastanza sovrapponibile a quella della domanda: il 35% del campione comunica un incremento (era il 47% nella scorsa edizione), il 54% segnala stabilità (39% in precedenza) il 12 % una diminuzione (il 14% in precedenza). Le previsioni per le prossime settimane confermano la lentezza della ripresa: il giudizio dominante è di mantenimento delle performance attuali (70%), solo il 20% propende per una possibile crescita, mentre il 10% segnala una probabile diminuzione di ordini e produzione. Per quanto riguarda le materie prime l' 82% delle imprese che partecipano all'indagine comunica un aumento dei costi associati all'acquisto dei metalli nell'ultimo mese (da metà aprile a metà maggio), 71% indica prezzi in crescita anche per gli altri materiali. L'incremento più significativo si registra per i metalli e si assesta tra il 6 e il 15%, con punte fino al 50%, per il solo ultimo mese. L'indagine rileva le strategie che le aziende intendono adottare per far fronte all'aumento dei prezzi delle materie prime: il 37% aumenterà le scorte, il 34% procederà ad acquisti spot, solo 4% farà ricorso a strumenti derivati per contenere l'aumento dei costi.
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