Economia / Sondrio e cintura
Giovedì 06 Aprile 2017
«La ripresa è realtà, innovazione
ed export la chiave»
Presentato il Rapporto sull’economia curato dal Centro di ricerca “Luigi Einaudi”. Russo: «Interi settori spariscono, nuovi ne spuntano».
La crisi ha colpito duro, ma l’Italia «ha superato una prova di resistenza notevolissima» e vive «una ripresa vera, anche se con una “cilindrata” più bassa». I segnali si vedono in tanti settori e «se il Paese continuerà a riformarsi non solo ce la farà, ma riprenderà a correre». È il messaggio lanciato dal ricercatore Giuseppe Russo lunedì presentando la nuova edizione del Rapporto sull’economia globale e l’Italia curato dal Centro di ricerca “Luigi Einaudi”, proposta a Sondrio su iniziativa di Ubi Banca.
Obiettivo, «dare un contributo di informazione e approfondimento alle comunità locali», ha rimarcato in apertura dell’incontro Stefano Vittorio Kuhn, responsabile della macro-area territoriale Brescia e Nord Est di Ubi Banca, tra i relatori della conferenza coordinata da Luca Begalli, responsabile de “La Provincia di Sondrio”. «Il Rapporto parte da processi e fenomeni che appaiono lontanissimi da noi – ha detto Kuhn -, ma nel concreto ci accorgiamo che la velocità dell’economia globalizzata è tale che questi fenomeni hanno riflessi quasi immediati nella nostra vita quotidiana, nelle economie locali. Basti pensare alla velocità dell’innovazione tecnologica, evidente in settori come l’e-commerce ma anche nei cambiamenti di abitudini degli utenti delle banche e in molti altri settori. Il Rapporto ha il pregio di renderci molto più immediati questi aspetti e la correlazione con la nostra realtà».
Spunti e questioni da indagare lo scorso anno sono stati numerosi e complessi, ha rimarcato Russo, fra l’inattesa vittoria di Donald Trump nelle elezioni americane, la Brexit, la crisi dei migranti e «le difficoltà nel gestire i flussi che lacera l’Europa, perché alcuni Paesi non rispettano le regole», la minaccia del terrorismo, il rallentamento nella crescita dell’economia a livello globale. Senza dimenticare le dinamiche politiche all’interno di moltissimi Paesi, perché «se l’economia delude, se la distribuzione del reddito penalizza il ceto medio, c’è più voglia di rompere gli schemi da parte dell’elettorato», ha sottolineato Russo, per cui «i tradizionali agglomerati di centrodestra e centrosinistra perdono consensi a vantaggio di populismi e localismi».
E con la velocità del cambiamento dettato dall’evoluzione tecnologica «interi settori spariscono, nuovi settori spuntano come funghi», in una dinamica che crea forti ripercussioni sul mondo del lavoro ma anche «opportunità gigantesche per le società che le sanno cogliere». A livello globale, poi, Russo ha evidenziato le difficoltà del Giappone e le incognite legate all’evoluzione del sistema economico in Cina, così come la crescita del debito a livello mondiale, ma anche «la sorprendente Africa, dove da nove anni la crescita è superiore alla media mondiale».
Ma fra «le aree più interessanti» c’è anche l’Italia, ha sottolineato il coautore del Rapporto: un Paese che nella crisi «ha superato una prova di resistenza notevolissima» e ora vede «una ripresa basata sulla capacità di vendere all’estero», con segnali positivi come «un’agricoltura ai vertici europei in termini di valore aggiunto», la crescita delle transazioni immobiliari, «un certo dinamismo» per il lavoro «frutto di un’economia che sta ricominciando a muoversi». Pur in un contesto mondiale complesso, dunque, prospettive positive: «Non dobbiamo avere paura del cambiamento - ha concluso -, l’Italia è uno dei Paesi più interessanti dell’Unione europea».
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