Economia / Lecco città
Martedì 03 Settembre 2013
La richiesta di Confcommercio Lecco
«Fermiamo l’aumento dell’Iva»
«Va bene la cancellazione dell’Imu, ma la priorità è evitare l’aumento dell’Iva, che sarebbe un disastro per il Paese». A lanciare l’allarme è il presidente di Confcommercio Lecco Peppino Ciresa
«Va bene la cancellazione dell’Imu, ma la priorità è evitare l’aumento dell’Iva, che sarebbe un disastro per il Paese».
A lanciare l’allarme è il presidente di Confcommercio Lecco Peppino Ciresa, sulla scia delle novità introdotte dal Governo. Confcommercio Lecco, ricorda che il taglio all’Imu – risulterà tutt’altro che indolore per i cittadini, ai quali è stato presentato come provvedimento “tax free” –. E che ora l’attenzione è puntata sull’Iva, sul cui aumento (previsto il passaggio dal 21 al 22%) è in atto l’ennesimo scambio di vedute tra le varie anime della maggioranza.
«Avere abolito l’Imu sulla prima casa è un buon segnale, ma non basta – esordisce Ciresa -. Questo Governo avrebbe potuto e dovuto fare di più: ora bisogna tenere alta la guardia perché c’è all’orizzonte la questione Iva: bisogna trovare le risorse per impedire uno sciagurato aumento dal 21 al 22%. Un aumento che sarebbe un colpo per le famiglie e le imprese. Senza dimenticare lo spauracchio della Service Tax: visto quanto successo con la tassazione locale c’è da avere paura per l’impatto nel 2014 di questa imposta».
Ciresa e gli operatori sono preoccupati per le conseguenze che queste due voci rischiano di avere sull’economia. «I timidi segnali di ripresa ancora non hanno prodotto effetti sui consumi e proprio per questo vanno incoraggiati con politiche di sostegno alla domanda interna che – per consumi ed investimenti – rappresenta l’80% del Pil. Ecco perché Confcommercio chiede alla politica tutta e al governo di evitare battaglie di parte e trovare le risorse indispensabili al superamento definitivo dell’aumento dell’aliquota. Gli effetti sarebbero negativi sotto tutti i punti di vista, dai prezzi ai consumi, dall’occupazione al gettito».
Dopo una considerazione sull’ultima azione del presidente Napolitano («In un momento così delicato per il nostro Paese non ho capito il senso della nomina dei quattro senatori a vita. E non è solo una questione di opportunità legata ai costi di questa operazione. Non è un segnale di cui avevano bisogno famiglie, cittadini e imprese»), Ciresa torna agli ultimi provvedimenti, in particolare quelli legati all’Imu.
«E’ da apprezzare l’abolizione dell’Imu sugli immobili invenduti ma la decisione di lasciare immutata l’Imu sugli immobili strumentali non è stata una bella sorpresa e anche la parziale deducibilità dal reddito non produrrà apprezzabili benefici. Per questo continuiamo a chiedere l’esenzione Imu per le imprese».
E sulla Service Tax: «La perplessità è anche legata all’esperienza del federalismo all’italiana. Purtroppo la tassazione locale è cresciuta anno su anno, sia pure con carichi territoriali differenti. Il timore è che il nuovo tributo vada a incidere in modo ancor più pesante sulle tasche delle famiglie e delle imprese che già entro fine anno dovranno fare i conti con la Tares».
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