La maxi deduzione per chi assume
divide le imprese lecchesi

Dell’Era (Consulenti del Lavoro): «Bene così, non si grava sull’Inps». Picariello (Cna): «Annuncio ad effetto, non è sostenibile»

«Il cambio di paradigma è proprio utilizzare la leva fiscale anziché quella previdenziale per aumentare il numero di assunzioni a tempo indeterminato». Così, in estrema sintesi, il presidente dell’Ordine dei consulenti del Lavoro di Lecco, Matteo Dell’Era, commenta il decreto legge pubblicato sul sito delle Finanze e ora in iter parlamentare, che introduce la maxi deduzione del 120% del costo del lavoro per le imprese e i professionisti che incrementano il numero dei loro occupati assumendoli a tempo indeterminato, anche a part time, nel periodo d’imposta agevolato rispetto a quello precedente.

Il beneficio sale al 130% per l’assunzione di lavoratori appartenenti a categorie soggette a maggior tutela quali persone con disabilità, madri con almeno due figli minori, ex percettori di reddito di cittadinanza, donne vittime di violenza e under 30 ammessi agli incentivi all’occupazione. A determinare i due super sconti fiscali sono le nuove maggiorazioni previste: + 20% nel primo caso e +30% nel secondo, sul costo costo del lavoro deducibile. È fissata al 6 luglio la scadenza per convertire in legge il decreto che rende operative le agevolazioni alle assunzioni stabili previste dalla riforma Irpef e che ha ottenuto il via libera in prima lettura al senato e che passa ora alla Camera.

«La novità del decreto – aggiunge Dell’Era - sta nel non ragionare in termini di minor costo contributivo per le aziende, cosa che porterebbe a versare meno contributi all’Inps, bensì di mettere in campo l’incentivo a spese delle casse dell’Erario». Dal punto di vista sociale e previdenziale per Dell’Era si tratta dunque di «una buona norma, che non grava sulle casse dell’Inps, il quale deve stare in equilibrio fra entrate correnti e uscite correnti, un equilibrio sempre più delicato fra persone attive al lavoro che versano contributi e persone che invece incassano le pensioni. Così invece si incide sull’entrata erariale dello Stato che di anno in anno valuta in che misura sia possibile intervenire, perciò ritengo che sarà un intervento eventuale e non strutturale. Sarà una tantum, per evidenti motivi di costo per le casse dello Stato». «Bene, inoltre – conclude Dell’Era - aver incluso i liberi professionisti, che rappresentano una fetta rilevantissima del mercato del lavoro».

Parere diverso dalla presidente della Cna del Lario e della Brianza per la zona di Lecco, Giovanna Picariello: «In associazione non abbiamo ancora metabolizzato l’idea di questo nuovo superbonus, dobbiamo confrontarci. Di nuovo si paga 100 e lo Stato dà un beneficio di 120 o 130: sono misure che vedo più legate ad annunci ad effetto non sostenibili nel tempo. In particolare – sottolinea Picariello - ritengo si debba fare un salto ulteriore nella considerazione degli incentivi per favorire l’occupazione delle categorie fragili. Ritengo che per loro più degli incentivi a fare la differenza nell’incrementare le assunzioni sia una nuova consapevolezza culturale sull’inclusione sociale». Picariello sottolinea come nell’attuale momento economico gli incentivi, per quanto sostenuti, potrebbero non fare la differenza nella possibilità di aumentare l’occupazione: «C’è scarsità di manodopera sia specializzata che generica, inoltre diverse aziende che quest’anno porteranno a termine le commesse finanziate con il Superbonus 110 si chiedono se col venir meno del beneficio potranno ancora tenere tutto il personale assunto per i loro cantieri, non sapendo se la domanda di lavoro reggerà».

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