La Deutsche Bank: <Non c'è
nessuna stretta al credito>

In un periodo di crisi come l'attuale, il rapporto tra le imprese, soprattutto quelle di minori dimensioni, e le banche è più complicato. Sebastiano Marulli della Deutsche Bank risponde alle accuse degli imprenditori

g.morassi

Tempi duri per chi ha bisogno di un prestito. L’imprenditore va allo sportello presenta l’investimento che ha in mente, illustra la situazione aziendale, ma prima di riuscire ad ottenere quanto gli serve deve aspettare un bel po’ e fare i "salti mortali". Oggi, il denaro è più difficile da ottenere ed è più costoso rispetto al periodo precedente la recessione. La denuncia è di Confartigianato Lecco che imputa alla banche un’eccessiva rigidità e severità. Ancora lamentele. Questa volta sono espresse da Riccardo Bonaiti, presidente dell’Api, che durante la presentazione dell’indagine congiunturale ha ricordato che gli spread (il guadagno delle banche sui prestiti) nell’ultimo periodo sono raddoppiati. E al di là di queste affermazioni puntuali, se si parla con gli imprenditori si raccoglie un coro di lamentele nei confronti delle banche. Ma cosa è cambiato nel rapporto tra le imprese - soprattutto quelle di minori dimensioni - e le banche? La domanda la rivolgiamo a Sebastiano Marulli (nella foto), responsabile dell’Area nord Lombardia della Deutsche Bank: «A livello locale non è cambiato niente. Abbiamo incontri periodici con i rappresentanti delle imprese - sottolinea Marulli - e nessuno si è lamentato di come lavora con le banche. Non ho mai sentito nessuno che imputasse la crisi agli istituti di credito locali. E nessuna impresa lecchese ha chiuso a causa di problemi di esclusiva natura finanziaria». Però, presi uno a uno, gli imprenditori si lamentano del trattamento che subiscono da bancari e banchieri. «L’unica cosa che posso dire è che le banche sono diventate più attente e rigorose nell’istruttoria di una pratica. Ma in questa fase, tutti i soggetti economici sono più prudenti. Non lo sono forse gli imprenditori quando prendono un nuovo ordine? È un atteggiamento generalizzato e comprensibile nell’attuale momento».
La prudenza ci può stare, però gli imprenditori vi accusano di essere diventati anche più esosi, con spread raddoppiati. «Denaro in giro ce n’è poco. E anche per le banche è più difficile ottenerne. Di conseguenza c’è stata una crescita degli spread che però in media sono saliti di uno 0,25%: dallo 0,75% si è passati all’1%».

Economia

Martedì 17 Febbraio 2009

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