La Delga e quel casco rivoluzionario
L’azienda Sfruttando la conduzione ossea, trovata una risposta innovativa alla necessità di comunicare in sicurezza. Della Bella: «Permette a gruppi di massimo sei persone di restare in contatto tra loro entro una distanza di 250 metri»
L’azienda nasce all’inizio degli anni Ottanta, grazie all’iniziativa imprenditoriale di Renato Della Bella, che con un paio di collaboratori si ritaglia un’interessante fetta di mercato nel settore delle minuterie metalliche e della lavorazione di prodotti in ferro. Negli anni Novanta nell’impresa entra la seconda generazione con Gabriele Della Bella, che consolida la realtà fondata dal padre e, una manciata di anni fa, giunge alla svolta.
È il 2016, infatti, quando l’azienda dà vita al proprio marchio, “Delga” appunto, con cui caratterizza la produzione di prodotti salvavita per cancelli (funi anticaduta, reti di sicurezza elettrosaldata, pali anticaduta, colonnine e strumentazioni varie). Continua quindi completando il “catalogo” con una serie di prodotti relativi alla videosorveglianza, che spesso e volentieri è collegata a recinzioni e cancelli.
È a questo punto che sorge l’esigenza di trovare una risposta concreta e innovativa alla necessità di comunicare in sicurezza, manifestata in modo sempre più significativo dai clienti (in particolare dagli installatori di sistemi di videosorveglianza) al management dell’impresa di via Buozzi a Lecco.
«Sulla scorta di queste sollecitazioni -ci ha spiegato Enrico Della Bella, rappresentante della terza generazione - circa un anno e mezzo fa abbiamo iniziato a ragionare sulla possibilità di creare un casco dotato di un dispositivo bluetooth che permettesse agli addetti di comunicare tra loro in modo totalmente libero e sicuro. Ne è nato il nostro prodotto, che abbiamo lanciato pochi mesi fa sul mercato: sfruttando la conduzione ossea, permette a gruppi di massimo sei persone di restare in contatto tra loro entro una distanza di 250 metri».
Come funziona la conduzione ossea? Di fatto, si conduce il suono attraverso le vibrazioni trasmesse alle ossa del cranio. Nel caso del casco progettato e realizzato dalla Delga, i trasduttori sono posizionati vicino all’osso della tempia, dove vengono trasmesse le vibrazioni.
I vantaggi sono molteplici: le orecchie, di fatto, restano libere e, anzi, nel caso in cui si lavori in ambienti particolarmente rumorosi resta all’addetto la possibilità di indossare tappi per le orecchie o cuffie antirumore.
Da non sottovalutare anche la possibilità di restare con le mani libere, per operare in modo più sicuro in ogni situazione. Inoltre, per rispondere alle specifiche esigenze di categorie quali possono essere i gruisti, che non indossano il caschetto in quanto questo limiterebbe il loro campo visivo, sono state realizzate fasce che funzionano in modo analogo, sfruttando la stessa tecnologia.
«Abbiamo partecipato a numerose fiere, per approfondire ulteriormente la conoscenza del mercato di riferimento e gli ambiti di applicazione più consistenti. Attualmente le risposte più interessanti sono quelle che stiamo ricevendo dal settore dell’edilizia e del sollevamento e da professionisti quali boscaioli, installatori, elettricisti».
L’innovativo casco è stato ufficialmente lanciato sul mercato lo scorso novembre e i riscontri da allora sono stati importanti. Anche per questo motivo si sta ragionando su un potenziamento dell’organico.
Delga è infatti cresciuta negli anni, passando dalla manciata di collaboratori del fondatore alla decina di addetti raggiunta con l’incremento dei prodotti a partire dagli anni Novanta.
Dal 2016, quindi, si è raggiunta la quindicina di unità, cui a marzo si è aggiunto un esperto di marketing attraverso il cui lavoro implementare la comunicazione e la visibilità del nuovo prodotto. In futuro, quindi, in base alle evoluzioni del mercato, si valuteranno ulteriori inserimenti.
Del resto, l’azienda lecchese sta programmando l’approdo di venditori in Nuova Zelanda da aggiungere a quelli in Spagna, con l’obiettivo di premere l’acceleratore sull’internazionalizzazione.
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