La crescita si assesta. Ma i dati di Confindustria restano incoraggianti

L’analisi congiunturale. Il presidente Agostoni usa parole confortanti,pur confermando i timori per guerra e materie prime

«Un assestamento della fase di crescita più che una decelerazione vera e propria». Lo afferma, in estrema sintesi, il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio Plinio Agostoni in occasione della nuova analisi economica congiunturale complessiva sui due territori relativa al secondo semestre del 2022, ricordando però anche come le aspettative degli imprenditori sul semestre in corso presentino un «dato incoraggiante, con il segno più per tutti gli indicatori, così come resta complessivamente positivo il giudizio sull’andamento generale del sistema produttivo territoriale nel 2022».

Per quanto riguarda gli ordini per le imprese di Lecco e Sondrio nel secondo semestre 2022 rispetto al primo semestre si registra un calo del 3,5%, contrariamente alle previsioni espresse nella precedente edizione dell’Osservatorio che stimava una crescita del 2,4%. Se invece si guarda al dato tendenziale (secondo semestre 2022 vs secondo semestre 2021), c’è stagnazione (-03%). Tuttavia resta positivo lo sguardo sui primi sei mesi del 2023, dov’è attesa una crescita media di commesse del 3,1%.

Contenuta, nel secondo semestre 2022, la contrazione dei livelli produttivi. Il dato tendenziale è in calo dell’1,5%, mentre quello congiunturale segna un -3,3%. La capacità produttiva mediamente utilizzata dalle aziende di Lecco e Sondrio nel semestre si attesta al 68,2%, contro il 77,9% della prima metà dell’anno.

E anche per la produzione le attese sono di crescita per il semestre gennaio-giugno 2023 (+3,2%).

In leggero rallentamento nel secondo semestre 2022 anche il fatturato, però «a fronte di un marcato aumento tendenziale». Dopo una prima metà del 2022 in cui le vendite segnavano un +10,4% rispetto alla seconda metà del 2021, nel secondo semestre dell’anno rispetto al primo si rallenta (-1,2%). Ma nel confronto fra quanto fatturato nel secondo semestre 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021 il dato segna un +7,7%, considerando tuttavia che il dato assorbe anche gli effetti degli aumenti di prezzo di diversi materiali per la produzione. Rimane la visione positiva sul semestre in corso, con fatturati attesi in crescita del 4,8%. Nell’ultimo trimestre del 2022 due imprese su cinque presentano fatturati stabili, mentre per chi indica variazioni le dinamiche sono più favorevoli sul mercato domestico rispetto all’export.

E’ ancora pesante la situazione dei costi di materiali per le produzioni, visto che tra luglio e settembre 2022 il 65,5% delle imprese ha ricevuto rincari e, fra questi, il 22% ha indicato aumenti delle commodities per oltre il 10% del prezzo. Fra ottobre e dicembre la metà delle imprese segnalava ancora aumenti, col 14,7% che hanno subito costi di oltre il 10%.

«Le criticità sul versante dell’approvvigionamento delle materie, i problemi lungo le supply chain internazionali, i costi elevati dell’energia elettrica e del gas sono infatti tutt’altro che superati” - osserva Agostoni. Il fatto che quasi quattro realtà su cinque confermino una contrazione della redditività, a fronte di discreti livelli di attività, rappresenta un elemento importante di attenzione, al quale si unisce l’incertezza legata al proseguire del conflitto armato in Ucraina e alle tensioni economiche ed internazionali».

Nei tre mesi successivi, tra ottobre e dicembre, il numero di imprese che ha segnalato aumenti si è attestata a circa la metà (49,1%), con una quota del 14,7% che ha evidenziato costi più marcati di oltre il 10%.

Nel secondo semestre il 72,1% delle imprese ha riferito un dato di stabilità sull’occupazione, mentre il 18,1% ha annunciato nuove assunzioni e il 9,8% una contrazione. Nel semestre in corso sette imprese su 10 segnalano stabilità, il 23,2% aumenterà l’organico mentre per il 4,6% ci sarà un calo.

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