«La drammaticità della situazione e confermata dagli ultimi dati, impone al Governo l’urgenza di varare misure che diano risposte immediate a famiglie e imprese che ormai sono allo stremo».
La Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato) commenta così la difficile congiuntura che colpisce soprattutto le imprese di minori dimensioni.
La Cna invoca «misure che dovrebbero produrre immediatamente segnali di un’inversione di tendenza rispetto alle politiche del rigore e dell’austerità del passato e quindi creare le condizioni di una ripresa dell’economia, sul tipo di quelle adottate con la conferma dei bonus sulle ristrutturazioni e il risparmio energetico».
A fronte di queste necessità, e «nonostante gli intendimenti e le dichiarazioni di tutti i partiti che sostengono il Governo, si conferma, di fatto, in queste ore il ricorso alla leva fiscale attraverso l’aumento dell’Iva dal 1° luglio, dimenticando i gravi effetti negativi che questa misura produrrebbe sull’economia reale: ulteriore contrazione dei consumi, chiusure di imprese e un impatto sui prezzi tra luglio e agosto tra lo 0,3%-0,4%, il cosiddetto effetto scalino. Le imprese del terziario di mercato e dell’artigianato - conclude la Cna - che vivono prevalentemente di domanda interna e che scontano gli effetti di un livello record di pressione fiscale, di una stretta creditizia senza precedenti, di una burocrazia asfissiante, complicata e costosa, anche per ottenere il pagamento dei crediti dalle pubbliche amministrazioni, non sono più nella condizione di sopportare ulteriori aumenti di tasse».n
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