Economia / Sondrio e cintura
Mercoledì 25 Dicembre 2013
La cassa in deroga
in aiuto alle aziende
È stato firmato tra la Regione Lombardia e tutte le parti sociali sindacali e imprenditoriali un accordo transitorio per la prosecuzione del sistema di protezione
È stato firmato tra la Regione Lombardia e tutte le parti sociali sindacali e imprenditoriali un accordo transitorio per la prosecuzione del sistema di protezione dei lavoratori degli “ammortizzatori sociali in deroga”.
L’accordo arriva in extremis, proprio a ridosso delle feste natalizie e dà la possibilità alle imprese lombarde di poter chiedere fino al prossimo 31 marzo la cassa integrazione in deroga per le sospensioni dal lavoro a causa della crisi economica.
Sono ammesse sia le aziende sprovviste di ammortizzatori ordinari, che sono le più numerose, sia quelle che pur potendo utilizzare la cassa ordinaria e straordinaria, si trovano ad aver finito i periodi a loro disposizione, alle quali non rimarrebbe che procedere a licenziare le persone.
Si tratta di tipologie di imprese presenti in provincia di Sondrio, soprattutto per quanto riguarda la Pmi. Proprio a causa dell’incertezza che ha caratterizzato la possibilità di utilizzare questi strumenti, secondo il sindacato, ha dato origine al crollo delle richieste che si è osservato negli ultimi tempi. Questa intesa proroga per tre mesi l’accordo quadro lombardo del 2013, in attesa che il Governo emani il decreto che uniformerà i criteri, le durate, i beneficiari e le normative per tutto il territorio nazionale.
«Non potevamo più aspettare – è il commento delle organizzazioni sindacali -, perché in mancanza di certezza da parte del Governo, le aziende, non potendo contare su altri ammortizzatori, avrebbero proceduto ai licenziamenti. In Lombardia il sistema degli ammortizzatori in deroga copre attualmente circa 80.000 lavoratori e lavoratrici, tanto che le ripercussioni, in termini di posti di lavoro persi, sarebbero state pesantissime».
Le parti sociali, insieme alla Regione, hanno dimostrato grande senso di responsabilità per evitare il vuoto normativo che si sarebbe creato. «Questi tre mesi di respiro ci daranno la possibilità di fare pressioni sul Governo perché, pur uniformando i criteri su tutto il territorio nazionale, non utilizzi questa scusa per ridurre drasticamente le tutele e consenta di attuare la transizione da un sistema all’altro senza pericolosi strappi».
«La crisi prosegue, i lavoratori hanno bisogno ancora di essere tutelati per tutto il 2014, senza abbassare la guardia, in attesa che l’annunciata ripresa possa avere effetti positivi sulla riduzione della disoccupazione e sull’assorbimento di tutti coloro che sono sospesi in cassa integrazione».
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