Irpef, a Sondrio versati in media 4.788 euro per il 2022

Il reddito medio in Valle è di 22.790 euro, complessivamente in provincia i contribuenti sono 137.513

Poco meno della metà dei contribuenti milanesi, i più tartassati d’Italia, ma anche sotto il dato medio nazionale e di qualche centinaio di euro sopra i residenti del Sud della Sardegna, i meno “vessati”.

Nel 2022 gli abitanti della provincia di Sondrio hanno versato all’erario un’imposta media sui redditi delle persone fisiche (Irpef) di 4.788 euro contro una media nazionale di 5.381 euro e contro gli 8.527 euro del Milanese, piazzandosi al cinquantatreesimo posto assoluto tra le 107 province italiane.

A dirlo è la graduatoria stilata dall’Ufficio studi della Cgil di Mestre che ha messo in fila i territori per importo Irpef medio versato all’erario dai contribuenti italiani. Una graduatoria che vede svettare le province di Milano, Roma, Monza, Bolzano e Bologna.

Un dato che, come fanno notare gli artigiani veneti, richiede una lettura attenta: considerando che il sistema tributario italiano è fondato sul criterio della progressività, i territori dove il prelievo Irpef medio è più importante sono anche quelli dove i livelli di reddito sono più elevati. E dove, verosimilmente, la qualità e la quantità dei servizi erogati dalle amministrazioni pubbliche sono di rango superiore rispetto a quelli delle aree dove si pagano meno tasse. Come dire che nelle realtà che guidano la classifica, è vero che il prelievo fiscale è più elevato, ma anche che in queste province la concentrazione dei contribuenti più abbienti è maggiore che nel resto del Paese.

Un fatto che balza all’occhio valutando il reddito medio complessivo: 32.287 euro in provincia di Milano, 22.790 euro in Valtellina dove, giova ricordarlo, ci sono anche le pensioni più povere di tutta la Lombardia, frutto di una carriera lavorativa più “povera” che altrove..

Complessivamente in provincia di Sondrio i contribuenti Irpef sono 137.513. Di questi 72.420 dichiarano redditi da lavoro dipendente, 50.950 da pensione, 5.374 da lavoro autonomi e 7.844 presentano altri redditi (affitti, terreni, rendite mobiliari). In Italia, invece, i contribuenti sono poco più di 42 milioni, di cui 23,3 milioni lavoratori dipendenti, 14,5 milioni pensionati, 1,6 milioni sono occupati come lavoratori autonomi e 1,6 milioni presentano altri redditi.

Bisogna notare che la sommatoria degli importi di ciascuna provincia non corrisponde al totale contribuenti Irpef in quanto ci sono 4.830 soggetti per i quali non si conosce la localizzazione. E la somma degli importi non corrisponde al totale perché un contribuente può dichiarare diverse tipologie di redditi.

In ogni caso, fatto 5.381 euro l’importo medio nazionale di Irpef versato all’erario nel 2022, la percentuale di contribuenti che ha pagato meno della media nazionale si è attestata al 69%: quasi 7 contribuenti Irpef su 10 in Italia versano cioè al fisco meno di 5.381 euro all’anno. Mediamente la provincia di Sondrio.

Quanto alla pressione fiscale, nonostante il peso delle tasse negli ultimi anni sia in calo, l’Italia continua ad avere un livello tra i più elevati in Ue. Nel 2023, infatti, solo la Francia, il Belgio, la Danimarca e l’Austria hanno registrato un peso fiscale superiore. Se a Parigi la pressione fiscale era al 45,8 per cento del Pil, a Bruxelles si è attestata al 45,3 per cento, a Copenaghen al 44,5 per cento e a Vienna al 42,9 per cento. In Italia, invece, ha toccato la soglia del 42,5 per cento. Tra i 27 dell’UE, l’Italia si è “piazzata” al quinto posto. La Germania, invece, si è posizionata al 10° con una pressione fiscale del 40,6 per cento e la Spagna al 13° con il 37,8 per cento.

La media dei Paesi europei è stata del 40,3 per cento; 2,2 punti in meno della media italiana. Secondo quanto riportato nel Documento di economia e finanza 2024, quest’anno la pressione fiscale è stimata al 42,1 per cento del Pil, in diminuzione di 0,4 punti rispetto alla soglia toccata nel 2023. Questo risultato è ascrivibile al fatto che il Pil nominale è destinato a crescere (+3,7 per cento) più velocemente dell’incremento del gettito fiscale (+2,6 per cento). Pertanto, la pressione fiscale è attesa in diminuzione.

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