Vincente perché valtellinese e soprattutto per un passaggio generazionale tra padre, il fondatore, e figlio che ha consentito all’azienda di crescere attraverso il potenziamento manageriale.
C’è anche Valtecne, la società di Berbenno fondata nel 1983 da Vittorio Mainetti che opera nel settore della meccanica di alta precisione per dispositivi medicali e applicazioni industriali, tra le centocinquanta realtà selezionate in tutta Italia da Intesa Sanpaolo per aver attivato progetti o raggiunto risultati significativi in valore economico e impatto sociale, innovazione e ricerca, transizione digitale ed ecologica, export e internazionalizzazione, passaggio generazionale e consolidamento dimensionale, formazione e welfare, nell’ambito di “Imprese vincenti”, il programma del primo gruppo bancario italiano dedicato a individuare piccole e medie aziende che rappresentano un esempio di eccellenza del Made in Italy.
E’ stato Paolo Mainetti, l’amministratore delegato di Valtecne, figlio del fondatore Vittorio, a ritirare il riconoscimento durante l’evento tenutosi mercoledì a Bergamo, sesta tappa di quindici del tour della nuova edizione dell’iniziativa. Dieci le imprese della Lombardia Nord premiate al centro congressi Giovanni XXIII, unica della provincia di Sondrio proprio la Valtecne che lo scorso anno ha festeggiato i suoi primi 40 anni.
Mainetti, dopo aver ringraziato Intesa San Paolo non solo per il premio, ma anche per il supporto, «sia nei momenti di espansione che di difficoltà» in tutti gli anni di attività, rispondendo alla domanda della condutrice Elvira Conca, giornalista economica dell’Eco di Bergamo, ha spiegato come si può crescere in una realtà piccola come quella valtellinese. «Farlo è un’impresa, un’impresa vincente – ha giocato con il titolo del premio Mainetti -. La nostra azienda è nata nel 1983 grazie a mio padre che, pur venendo dal settore edilizio svizzero che dunque non c’entrava nulla, ha ritirato una piccola officina meccanica con tre dipendenti: oggi siamo in 240. In questi anni siamo sempre cresciuti nella meccanica industriale cercando di prendere prodotti sempre più difficili, non fermandoci su quelli più facili. Credo che sia stata questa la nostra arma vincente».
Negli ultimi dieci anni, forte dell’esperienza dei 30 precedenti, Valtecne è entrata nel settore medicale che ora sta diventando quello prevalente dell’attività producendo strumenti chirurgici per impiantare protesi all’anca, ginocchio, spina dorsale e spalla. «Lavoriamo solo su commessa, non abbiamo prodotti nostri – ha spiegato Mainetti -, ma siamo riusciti ad entrare in un settore con barriere d’ingresso molto, molto elevate e questo ci consente di rimanere in un mercato difficile. Stare in Valtellina da un punto di vista della logistica, delle distanze e della possibilità di raccogliere competenze per il nostro campo ci sfavorisce, ma come punto di forza abbiamo il fatto che le persone che lavorano con noi lo fanno con grande passione e fedeltà. Per noi che raccogliamo sfide di consegne impossibili poter contare su un capitale umano così professionale, disponibile e flessibile è fondamentale e ci consente di guadagnare la reputazione necessaria per andare avanti. Siamo cresciuti talmente tanto che nel 2023 siamo entrati in Borsa». Valtecne è stata infatti la prima, e al momento anche l’unica, società non finanziaria della provincia di Sondrio arrivata a farlo.
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