Infrastrutture, innovazione e Olimpiadi:
Confindustria Lecco e Sondrio
vuole giocare un ruolo da protagonista

Il presidente Campanari in vista dell’assemblea che si svolgerà venerdì prossimo a Lariofiere insieme a Confindustria Como: «La richiesta di coinvolgimento che abbiamo garbatamente avanzato è un fatto naturale e doveroso. Siamo un portatore d’interesse fondamentale del territorio, contribuiamo in modo determinante al Pil e lo facciamo coinvolgendo ogni giorno decine di migliaia di famiglie e lavoratori»

Infrastrutture, innovazione e, naturalmente, Olimpiadi. Sono sfide importanti quelle che i territori delle province di Sondrio e Lecco si trovano ad affrontare e per le quali Confindustria Lecco e Sondrio, che terrà la prossima assemblea venerdì prossimo a Lariofiere insieme a Confindustria Como, vuole giocare un ruolo da protagonista attraverso un approccio improntato all’ascolto, al confronto e alla condivisione. Sono proprio questi gli elementi indicati dal nuovo presidente dell’Associazione Marco Campanari nel suo programma di mandato. «Un’associazione, lo dice il termine stesso, deve associare e farlo significa esercitare quotidianamente il confronto e la condivisione - spiega -. In tutti i modi possibili e il più possibile. Solo così si ottengono i risultati migliori e si crea un senso di orgogliosa appartenenza negli imprenditori associati».

I territori di Lecco e Sondrio si trovano ormai da anni uniti sotto l’egida di Confindustria, ma mai come negli ultimi tempi è percepita la volontà di lavorare insieme ed affrontare opportunità e criticità secondo una visione unitaria. Come se questa consapevolezza si fosse accresciuta, arrivando a maturazione. «Questo è l’unico modo di fare le cose e lavorare per il bene dell’associazione - spiega il presidente - e, in senso più ampio, del territorio. Le province sono contigue e differenti, ma è una differenza che sta nella logica delle cose e che c’è anche all’interno dei territori stessi, basti pensare agli esempi di Chiavenna rispetto a Sondrio e Livigno, o a Lecco, rispetto a Colico e Lomagna. Non dobbiamo rimanere legati al concetto geografico, ma al fatto che siamo un’associazione unica su un territorio ampio, cosa che forse ci distingue e caratterizza rispetto alle altre Confindustrie italiane. Una condizione che ci obbliga a mettere in campo azioni per facilitare ed incentivare la vita associativa».

Aver instaurato per la prima volta dei tavoli tecnici va in questa direzione? «Certamente. I Gruppi tecnici sono legati alla Sostenibilità, all’Energia, alle Infrastrutture, all’Innovazione, e poi ci sono gli altri temi importanti come l’Automotive, le Tecnologie per la Produzione dell’Energia in cui rientrano i classici ambiti del nucleare, degli idrocarburi e delle rinnovabili. Temi di estrema rilevanza, molto trasversali, che necessitano di confronto. Tutto questo serve a coinvolgere i nostri associati, a istituire dei “pensatoi” in cui confrontarsi su tematiche e problematiche specifiche con il vantaggio di incentivare il confronto e condividere gli intenti, generare le idee e allineare l’azione di Confindustria».

Lecco e Sondrio condividono sempre più progetti, ma anche criticità. Pensiamo allo sviluppo turistico che vede il lago e la Valtellina giocare un ruolo comune e, sul fronte delle difficoltà, l’annosa questione della Statale 36. Recentemente Confindustria Lecco e Sondrio ha chiesto di essere coinvolta nella programmazione degli interventi e nell’individuazioni di possibili soluzioni. A che punto siamo? «La richiesta di coinvolgimento che abbiamo garbatamente avanzato è un fatto naturale e doveroso. Siamo un portatore d’interesse fondamentale del territorio, contribuiamo in modo determinante al Pil e lo facciamo coinvolgendo ogni giorno decine di migliaia di famiglie e lavoratori. Le imprese per funzionare devono, giocoforza, movimentare le merci e la viabilità è fondamentale. Nel fare quella richiesta il nostro intento non era tanto quello di riferirsi alle situazioni emergenziali come quelle delle ultime settimane causate da eventi naturali avversi, che pure sono un tema su cui confrontarsi, quanto piuttosto alle emergenze pianificate, quelle generate da chiusure e manutenzioni programmabili e programmate. Sarebbe prezioso il nostro coinvolgimento, anche per meglio stimare l’entità dei disagi e dei danni che si andranno a causare: chi meglio di noi li può misurare? Stessa cosa per quanto riguarda le ferrovie. Ho visto le dichiarazioni del presidente Attilio Fontana che sottolineava l’inaccettabilità dei continui danni, blocchi e cancellazioni dei treni a causa di non meglio precisati “guasti di linea”. Io concordo al 100%: di che guasti stiamo parlando? Ce lo dicano. Abbiamo imprese che costruiscono cose straordinarie in tutto il mondo; magari possiamo contribuire a generare soluzioni per sistemarli, questi guasti».

Il tutto anche in vista delle Olimpiadi… «Per le infrastrutture la problematica vera è la quotidianità, non certo le poche settimane delle Olimpiadi. Sono le decine di migliaia di famiglie, persone e lavoratori coinvolti. Questo è il vero tema. Le Olimpiadi rappresentano un’occasione incredibile, un booster importantissimo per avere più infrastrutture e di miglior qualità »

Un altro problema che il mondo economico segnala ormai da tempo è quello della difficoltà nel reperimento del personale. Com’è la situazione? «Il problema c’è e continuerà ad esserci tenuto anche conto del quadro demografico. Come Confindustria lo affrontiamo in modo serio e concreto, consci che ciascuno debba fare la sua parte, nel proprio ruolo, senza esagerare con gli allarmismi. Cerchiamo di mettere in campo una moltitudine di attività volte a far conoscere ai ragazzi, agli insegnati, e alle famiglie, cosa siano le imprese, perché quello che scontiamo è una sostanziale mancata conoscenza del mondo delle aziende di oggi. In quest’ottica, ad esempio, organizziamo open day e azioni di orientamento per far toccare con mano ai ragazzi la realtà delle imprese del territorio. Perché le scelte devono essere consapevoli, ma senza conoscenza non è possibile scegliere. Il messaggio importante è che nelle aziende sono presenti percorsi professionali di soddisfazione, con profili sia retributivi sia di crescita di tutto rispetto».

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