Industria metalmeccanica in calo: Lecco e Sondrio reggono, ma cresce la preoccupazione

L’industria metalmeccanica di Lecco e Sondrio sta affrontando un periodo di rallentamento, ma con basi solide che lasciano intravedere una possibile ripresa nel 2025. Le imprese continuano a puntare sui mercati internazionali, ma servono politiche industriali lungimiranti per garantire la competitività del settore nel lungo periodo

Lecco e Sondrio

Le difficoltà del comparto metalmeccanico e meccatronico a livello nazionale si riflettono anche nelle province di Lecco e Sondrio. Secondo i dati diffusi da Federmeccanica e dal Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio, il settore ha registrato un rallentamento nella seconda metà del 2024, pur mantenendo una sostanziale tenuta.

L’analisi del Centro Studi di Confindustria evidenzia una diminuzione media del 9,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e dell’8,4% rispetto ai livelli della prima metà del 2024. Inoltre, il tasso di utilizzo degli impianti produttivi è calato dal 73,3% di giugno al 69,2% di settembre.

Tuttavia, le prospettive per il primo semestre del 2025 mostrano segnali di ripresa: le aziende si aspettano un incremento della domanda e dell’attività produttiva del 1,7%, mentre il fatturato dovrebbe stabilizzarsi (-0,4%).

Internazionalizzazione e criticità

Le imprese di Lecco e Sondrio continuano a puntare sull’internazionalizzazione come leva competitiva. Nel secondo semestre del 2024, l’export ha rappresentato oltre il 40% delle vendite complessive, con l’Europa Occidentale come principale mercato di riferimento (21,5% del fatturato totale), seguita da Stati Uniti (5%), Est Europa (4,6%) e BRICS (2,8%).

Tuttavia, le aziende segnalano difficoltà nelle catene di fornitura e un incremento dei costi energetici, che hanno determinato un aumento dei costi di produzione per il 33,5% delle imprese e una riduzione della marginalità per oltre il 54% del campione.

Il presidente della Categoria Merceologica Metalmeccanica e Meccatronica di Confindustria Lecco e Sondrio, Giacomo Riva, ha sottolineato come il settore locale stia affrontando la situazione con solidità, pur in un contesto instabile.

«Se prosegue, e per alcuni versi si accentua, l’instabilità del contesto internazionale, e se non aiuta la crescita dei costi energetici, il sistema produttivo del nostro territorio dimostra di far fronte a una situazione complessa senza perdere solidità nei suoi fondamentali. Anche il dato relativo alla Cassa Integrazione, nelle nostre province, va letto considerando che l’effettivo utilizzo resta al momento su livelli ben inferiori rispetto alle richieste.»

«Questo non significa che siamo liberi dalle preoccupazioni - prosegue Riva -. Al contrario, monitoriamo attentamente ogni sviluppo ed auspichiamo che, sia a livello nazionale sia europeo, si mettano finalmente in atto politiche industriali non di corto raggio, ma di prospettiva, mettendo al centro il sistema produttivo come asset competitivo di primaria importanza.»

Occupazione e rapporto con le banche

Sul fronte occupazionale, il 73,3% delle aziende ha mantenuto i livelli di organico nella seconda metà del 2024, con un 10,5% che ha aumentato il personale e un 16,2% che ha registrato una riduzione. Anche per il primo semestre del 2025, le previsioni indicano una stabilità complessiva.

Per quanto riguarda il credito, quasi il 90% delle imprese segnala condizioni invariate per l’accesso ai finanziamenti, mentre l’82% giudica la propria situazione di liquidità aziendale normale o soddisfacente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA