Economia / Sondrio e cintura
Giovedì 14 Febbraio 2019
Industria, che sorpresa: Sondrio stacca tutti
Primato regionale. La Valle ha messo a segno un +4,9%. Ma la locomotiva lombarda dà ormai segni di flessione
La Lombardia è una locomotiva che sta rallentando la corsa. Con alcune province, come Lecco e Sondrio, che spingono di più ad alimentare il motore, e i numeri, della produzione industriale lombarda. E altre che comunque crescono ma non brillano, come Como, fanalino di coda nel 2018 tra le province lombarde.
Anche se i dati di produzione del manifatturiero presentati martedì a Milano nelle sede di Unioncamere, a una prima lettura, possono apparire confortanti, il raffronto tra come si è chiuso l’anno appena trascorso e quello precedente conferma il rallentamento dell’economia in tutti i comparti. E, ad aumentare il clima di incertezza per il futuro, contribuisce il peggioramento delle aspettative degli imprenditori per la produzione, gli ordini, l’occupazione. Viste le prospettive di un calo della domanda interna, e di raffreddamento della crescita delle esportazioni.
La produzione industriale lombarda nell’ultimo trimestre del 2018 è tornata a crescere, con un +1% rispetto al trimestre precedente, ma la crescita media annua del +3%, per quanto positiva, si allontana dal +3,7% del 2017. In aumento, in misura minore, anche il risultato congiunturale dell’artigianato (+0,3% tra quarto e terzo trimestre 2018), ma anche qui la produzione annuale complessiva segna un +1,9% nel 2018, rispetto al +2,6% dell’anno prima. Numeri in positivo, quindi, ma la tendenza è al ribasso, ed è proprio l’andamento tendenziale ad allarmare gli imprenditori. Preoccupa anche il dato relativo agli investimenti: le imprese industriali che hanno investito nel 2018 sono state il 61% del totale, contro il 64% del 2017. Mentre nell’artigianato la quota è scesa dal 34% al 28%. E per il 2019 si prevede un ulteriore calo.
I risultati della produzione industriale a livello provinciale, poi, segnano lo scarto tra aree che procedono a diverse velocità. La provincia lombarda che nel 2018 è cresciuta di più in termini produttivi è Sondrio, che mette a segno un +4,9% rispetto all’anno precedente. Lecco fa registrare un altro lusinghiero +3,1% di incremento, alla pari di Brescia (appena sopra alla media regionale del +3%), anche per l’effetto trainante dei buoni risultati del settore metalmeccanico. La provincia di Como, invece, paga ancora l’andamento altalenante del tessile, e nel 2018 è cresciuta in produzione industriale del +1,9%: anche qui un segno positivo, ma con un incremento limitato che la colloca all’ultimo posto tra le dodici province lombarde. Tra le altre, Pavia e Mantova si fermano al +2%, Milano +2,6%, Varese +3% in un anno di produzione della sua industria.
La locomotiva lombarda continua quindi a tirare l’economia del Paese (da sola vale circa il 30% dell’export totale), ma i segnali di rallentamento, e le numerose incertezze dello scenario politico ed economico, a livello nazionale e internazionale, preoccupano gli industriali.
Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, taglia corto: «Le scelte del governo non vanno nella giusta direzione. È urgente una decisa inversione di tendenza nell’azione della politica. A nome degli industriali della Lombardia, invoco un pronto recupero del senso della realtà: bisogna fare presto partendo da azioni come l’eliminazione dell’ecotassa, che va cancellata da subito, e rilanciando gli investimenti».
Per Confindustria Lombardia occorre al più presto sbloccare le 400 opere pubbliche già finanziate per circa 26 miliardi di euro: con la loro realizzazione si avrebbe un aumento del Pil di circa un punto percentuale in tre anni, che contribuirebbe a creare lavoro e rimettere in carreggiata il Paese a livello infrastrutturale.
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