Economia / Sondrio e cintura
Venerdì 02 Giugno 2017
“Inchiesta gasolio”, doppio summit
A Milano ieri mattina audizione in commissione per chiedere lumi sulla legge regionale . In Prefettura, nel pomeriggio, la delegazione ha parlato con il comandante Manucci, che segue l’indagine.
Che la situazione sia drammatica lo si evince dalla serrata road map che le associazioni di categoria si sono date per riuscire ad arginare un fenomeno che rischia di coinvolgere - travolgendole - ben 600 aziende solo in provincia di Sondrio: artigiani, industriali e Coldiretti hanno fatto pressing a tutti i livelli e ieri hanno ottenuto audizioni tanto a Sondrio quanto a Milano.
Non c’è tempo da perdere. L’indagine della Procura della Repubblica che ha visto la Guardia di finanza effettuare controlli a tappeto su cisterne private destinate al gasolio per autotrazione e sequestrare centinaia di depositi in assenza di autorizzazione comunale, è sfociata in una richiesta di restituzione delle accise per milioni di euro, «nonostante - fanno notare le associazioni di categoria - l’accertata regolarità contabile presentata dalla aziende».
Una situazione che porterebbe alla chiusura di centinaia di imprese nei settori autotrasporto merci, trasporto di persone, industrie, edilizia, commercio all’ingrosso, mettendo in crisi l’intera economia di una provincia.
Poiché il sequestro dei depositi scatta automaticamente in assenza dell’autorizzazione rilasciata da Comune (al quale il privato deve semplicemente presentare la Scia, ovvero la Segnalazione certificata di inizio attività), di fondamentale importanza è il ruolo svolto dagli uffici comunali: alcuni solerti, altri pasticcioni.
Non è dunque un caso che ieri all’incontro in Prefettura ci fosse anche il presidente della Provincia Luca Della Bitta, oltre alle associazioni di categoria, al comandante provinciale della Guardia di finanza Massimo Manucci e al capitano della tenenza di Chiavenna Riccardo D’Uva.
«Dall’incontro - recita testualmente la nota ufficiale diramata dagli uffici del prefetto Giuseppe Mario Scalia - è scaturita una disponibilità da parte della Guardia di finanza, che ha ancora una volta dimostrato buon senso e equilibrio notevole. Le associazioni hanno avuto rassicurazioni che, nelle difficoltà interpretative della normativa regionale, verranno tenute in debito conto le singole posizioni e le eventuali criticità che sono emerse.
Le associazioni hanno espresso la necessità di individuare un iter amministrativo chiarificatore; al riguardo il presidente Della Bitta ha manifestato il suo intento di predisporre una sorta di vademecum per i Comuni che possa guidarli negli adempimenti normativi. Nel contempo questa Prefettura invierà una nota ai Comuni per rappresentare la situazione nonché l’invito ad attivarsi con tempestività».
Anche a Milano ieri si è parlato dell’inchiesta sui serbatoi, che potrebbe toccare anche le altre province lombarde. La commissione Attività produttive, presieduta da Pietro Foroni, ha incontrato (su invito del sottosegretario ai rapporti con il Consiglio e alle Politiche per la Montagna, Ugo Parolo) la delegazione valtellinese composta da rappresentanti di Confartigianato, Confcommercio, Confindustria, Fai autotrasportatori, Ance Lecco-Sondrio e Coldiretti.
«Sebbene la Regione non abbia competenze per risolvere il problema di natura tributaria, le associazioni di categoria hanno potuto suggerire modifiche alla legge regionale 6/2000 utili alla semplificazione delle procedure autorizzative. Si è così stabilito - si legge nella nota stampa - di convocare a breve una nuova audizione con la Direzione generale dell’assessorato alla Attività produttive per una valutazione sulle norme regionali, giudicate in audizione dagli intervenuti più restrittive rispetto alle norme delle altre regioni, e si è presa l’impegno di presentare nella prima seduta utile di consiglio regionale un atto di indirizzo da trasmettere al ministero dell’Economia e delle Finanza attraverso il quale Regione Lombardia solleciterà la massima autorità affinché chiarisca a chi di competenza che il diritto di recupero delle accise non sia collegato strettamente alle autorizzazioni necessarie per i depositi carburanti poiché per esse sono dedicate precise sanzioni amministrative».
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