Imprese, Lecco chiama Bassa Valle e Valchiavenna
Il presidente Api sull’«area vasta»: «Anche queste zone della provincia di Sondrio avrebbero grandi vantaggi a guardare verso il lago».
«Area vasta? Sì, per diventare una piattaforma produttiva di livello europeo». Guarda alla sostanza Luigi Sabadini, presidente di Api Lecco e Sondrio, che vedrebbe di buon occhio la sinergia di Valchiavenna e Bassa Valtellina, «che avrebbero grandi vantaggi».
Secondo l’associazione che riunisce piccole e medie industrie delle due province, è evidente che il discorso dei “Cantoni” lanciato dal presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni «non può ridursi al tracciare questo o quel perimetro geografico, magari a vantaggio del mantenimento di questo o quel centro di potere». Ancor peggio «sarebbe poi muoversi in ordine sparso». Insomma, ben venga, secondo l’Api, la razionalizzazione degli uffici, «ma ciò non deve avvenire sulla testa e a spese di cittadini e imprese».
L’approccio di Sabadini è decisamente pragmatico. «Per tratteggiare un’ipotesi di area vasta occorre ragionare su criteri di affinità e complementarietà economico-produttiva e sulle infrastrutture fisiche a supporto e di collegamento». Sulla base di questa premessa, l’asse Lecco-Monza costituisce un dato di fatto ben performante, poi ci sono la direttrice meratese (asse ferroviario) che porta verso il distretto elettronico e hi-tech vimercatese e parte dell’Isola bergamasca in seguito alla realizzazione della nuova tratta Lecco-Bergamo. Senza dimenticare l’asse stradale della statale 36 che porta quanto meno a raccogliere tutto il versante ovest, da Erba, Alzate, fino a Mariano, tessuto in massima parte ancora metalmeccanico e il Canturino, la patria del legno.
Giunti a questo punto l’area vasta di Lecco potrebbe contare su almeno quattro eccellenze mondiali: il metalmeccanico, il mobile-arredo, l’hi-tech meccatronico e il comparto gomma–plastica. In cifre, si tratterebbe di un’area incredibile composta da circa 150 mila imprese per un fatturato annuo di 46 miliardi di euro. Ma si guarda anche a nord, puntando l’attenzione proprio sulle valli sondriesi.
«Seguendo questa impostazione, sarebbe logico attendersi che anche talune aree della vicina provincia di Sondrio potrebbero trovare grande vantaggio ad appartenere a questa area vasta che stiamo tratteggiando: in particolare la Bassa Valle e tutta la Valchiavenna, caratterizzati da una forte presenza metalmeccanica e dall’industria alimentare». Ma le sinergie riguarderebbero anche il turismo. «Senza troppi voli pindarici, occorre da subito ottimizzare l’offerta ricettiva per il segmento business legato alle aziende, arricchendolo con pacchetti culturali e ricreativi, poiché i processi di internazionalizzazione che le imprese stanno sviluppando generano una crescita di questo segmento, posizionato su un profilo di spesa medio-alto e una dinamica di afflussi non stagionale. Se ci fossero gli estremi per un ripensamento da parte degli amici sondriesi, mi piacerebbe domandare se il turismo della loro Alta Valle, con i gruppi di Stelvio e Bernina, non avrebbe solo che da guadagnare nel partecipare al disegno di questa nuova area vasta».
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