Economia / Tirano e Alta valle
Martedì 30 Luglio 2013
Impianti di risalita
Il bando è da rifare
Sono 17 le domande presentate a oggi in Regione per le skiaree, in gioco ci sono 6 milioni di euro
Sono diciassette le domande presentate ad oggi in Regione sul bando per l’assegnazione delle provvidenze destinate alle migliorie, all’adeguamento e alla sicurezza degli impianti di risalita di tutta la Lombardia.
Si parla di 6 milioni di euro, di cui gli impiantisti potranno beneficiare per un importo minimo, a società, di 40mila euro e un importo massimo di 300mila euro.
A presentare la domanda anche buona parte degli impiantisti di Valtellina e Valchiavenna che sollevano però, anche un problema importante evidentemente sfuggito, in prima battuta, agli estensori del bando.
«Si tratta di una questione tutt’altro che banale - sottolinea Valentino Galli, di Skipass Livigno - e che coinvolge la maggior parte degli impiantisti di casa nostra. Perché, è vero che la Regione non mostra alcuna volontà di penalizzarci, anzi, di aiutarci e sostenerci, però,tecnicamente ha introdotto un vero e proprio paletto. E mi riferisco e quel tetto dell’8% degli interessi passivi sul volume d’affari delle aziende impiantistiche che la banca di Regione Lombardia, Finlombarda, ha voluto porre a tutela del finanziamento. E che la maggior parte delle aziende di casa nostra sfora, perché siamo tutti sulla stessa barca, in difficoltà. Allora, già nel corso della riunione del 15 giugno scorso al Pirellino di Lecco, in cui era stato presentato il bando, avevamo evidenziato subito il problema, chiedendo di alzare quel tetto dell’8%. Però, risposta non avevamo avuto e tuttora non abbiamo».
«Prima di far uscire i bandi bisognerebbe valutare meglio questi aspetti - incalza Eugenio Albergi, della Sci spa di Santa Caterina Valfurva - perché noi viaggiamo su un passivo del 15-16% e non siamo certo gli unici. Stiamo valutando di presentare domanda e la presenteremo senz’altro chiedendo un contributo sul potenziamento dell’innevamento artificiale, fra tubazioni e cannoni per la produzione della neve, però, ora come ora, non ne avremmo diritto con quello sbarramento dell’8%».
Dello stesso avviso anche Marco Garbin, direttore di Skiarea Valchiavenna, che fa notare come «la percentuale indicata nel bando sia del tutto normale per altre aziende - dice -, ma impossibile da garantire per chi gestisce impianti di risalita. E questo perché le aziende di questo tipo, tutte, anche quelle delle altre stazioni, sono costrette a fare investimenti molto grossi per stare sul mercato, creando indotto per tutta la stazione. Finisce che si indebitano molto, pagando oneri finanziari alti. Per cui non possiamo che confidare nel fatto che la Regione torni sui propri passi rispetto a questo dato relativo alla struttura patrimoniale dei richiedenti».
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