Economia
Giovedì 17 Dicembre 2015
Il Tubettificio chiede il concordato
Timori per i 124 posti di lavoro
La crisi L’azienda ha presentato domanda per la procedura in continuità
I sindacati dei meccanici vogliono un confronto urgente con i commissari
Il Tubettificio europeo ha chiesto l’ammissione al concordato in continuità. Il giudice Dario Colasanti ha nominato come commissari Piero Guerrera e Jessica Gianola. Il giudice, nei prossimi 60 giorni, deciderà se ammettere l’impresa alla procedura concorsuale, garantendone la continuità produttiva.
Ancora difficile capire quali potranno essere le conseguenze - se ci saranno - sui 124 dipendenti della situazione aziendale che ha portato alla richiesta di concordato. L’unica certezza è che in fabbrica l’attività prosegue. Per avere qualche elemento in più sulle prospettive lavorative ed occupazionali, i sindacati (Fiom-Fim e Uilm) hanno chiesto un incontro urgente con la proprietà e con i due commissari.
Da tempo, l’impresa di Pescarenico mostra segnali di difficoltà che pare riguardino soprattutto la parte finanziaria. Mentre dal punto di vista produttivo, il “Tubetto” si presenta sul mercato con un’offerta interessante e concorrenziale in particolare su alcune produzioni. I problemi aziendali si sono evidenziati nelle difficoltà a rispettare alcune scadenze di pagamento degli stipendi, con conseguenti proteste e manifestazioni dei lavoratori. Il Tubettificio europeo (ex Ecofim) negli anni ha alternato momenti buoni ad altri di difficoltà con cadute della produzione, riduzioni di organico, uso intensivo di ammortizzatori sociali.
Da mezzo secolo l’azienda di corso Carlo Alberto è fra i principali produttori nazionali di imballaggi in alluminio soprattutto per i settori della cosmetica e dell’alimentare.
Il mercato estero
Negli anni, il Tubettificio europeo ha conquistato una posizione di leadership in Italia, insieme a una forte presenza sui mercati internazionali , con una quota del 50% del fatturato realizzata sui mercati esteri. Ora i sindacati dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil chiedono di indicare ai lavoratori futuro e prospettive dell’azienda.
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