Economia / Valchiavenna
Mercoledì 28 Agosto 2013
Il richiamo dei Grigioni
«Aperti alle imprese locali»
Il granconsigliere al Parlamento della Bregaglia lancia la proposta
«Condizioni di favore per sfruttare le opportunità con la Valtellina»
Cresce l’interesse di investitori stranieri per la Bregaglia svizzera. E intanto si guarda avanti per aprire un confronto costante fra le imprese, le associazioni e i cittadini che operano sui due fronti delle Alpi, al confine fra Grigioni e Lombardia. Non soltanto nell’economia, ma anche nell’ambito della formazione, del turismo, della sanità e della cultura.
Lo conferma l’analisi di Maurizio Michael, granconsigliere bregagliotto al Parlamento grigionese e presidente dell’associazione “La Bregaglia” (www.labregaglia.ch).
La situazione, secondo l’ex sindaco di Castasegna, è in costante evoluzione e fra i casi più interessanti c’è quello della società svizzera – attiva nel metalmeccanico e legata a un gruppo inglese – che prosegue il proprio lavoro per iniziare la produzione nell’area artigianale di Vicosoprano.
«Il Comune di Bregaglia si sta preparando al futuro attraverso una pianificazione territoriale che tiene conto di queste prospettive – sottolinea Michael -. La nostra valle è molto stretta, non abbiamo a disposizione molte aree, ma si sta lavorando per avere spazi da destinare a nuove attività imprenditoriali. Le richieste non mancano. Non abbiamo, invece, capannoni già costruiti. Alla base di questo interesse ci sono questioni fiscali e vantaggi legate alla minore burocrazia della Svizzera rispetto all’Italia. Al momento siamo solo in una fase preliminare, ma sono convinto che nei prossimi anni avremo delle imprese italiane sul nostro territorio».
La discussione è sicuramente interessante. Nuove imprese in Bregaglia significherebbe nuovi posti di lavoro nell’area di frontiera. Un’ipotesi che non lascia indifferenti i lavoratori delle zone italiane di confine, soprattutto in tempi difficili per un manifatturiero schiacciato dalla crisi globale e dalla pressione fiscale del Belpaese.
Ma non c’è solo l’economia fra gli argomenti che vedono crescere le relazioni transfrontaliere, portando gli attori al di là dei confini per cogliere le migliori opportunità. Nei giorni scorsi, la delegazione grigione ha accolto a Coira l’ambasciatore speciale per le questioni transfrontaliere. L’incaricato speciale della Confederazione per la cooperazione transfrontaliera Hans Jakob Roth, su invito del Cancelliere Claudio Riesen, ha affrontato una discussione sul ruolo dei Cantoni nella politica estera e sulle questioni attuali nelle regioni di confine. Erano presenti sia Michael, sia il rappresentante poschiavino Alessandro Della Vedova. I Cantoni sono competenti per la cooperazione transfrontaliera e attraverso gli organi transfrontalieri come la Comunità di lavoro delle Regioni alpine (Arge Alp), la Commissione governativa internazionale Reno alpino e Interreg, i Grigioni gestiscono spazi vitali tra l’altro con Alto Adige, Tirolo e Lombardia. Il collegamento sempre maggiore degli spazi economici e vitali con le regioni confinanti provoca un bisogno sempre maggiore di cooperazioni transfrontaliere.
Proprio in quest’ottica Michael avanza una proposta finalizzata alla creazione di momenti di analisi e soprattutto opportunità nello “spazio funzionale” che comprende la regione di confine italiana e svizzera, superando le dogane che ormai rappresentano una barriera molto sottile.
«Gli ambiti nei quali registriamo una costante crescita degli scambi, delle interazioni e delle opportunità che riguardano tutti sono sempre di più. Si va dal lavoro e dall’impresa alla formazione, passando per il turismo e la cultura e la viabilità. Il sistema comune transfrontaliero - in Bregaglia, Engadina, Val Poschiavo e Provincia di Sondrio - merita la creazione di occasioni utili per confrontare idee, unire le conoscenze, condividere le aspettative. Penso a un organismo molto snello, concreto, capace di identificare le questioni, affrontare i problemi e costruire lo sviluppo in modo serio e puntuale, sui due versanti delle Alpi. Possiamo e dobbiamo farlo insieme, svizzeri e italiani».
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