
Economia / Valchiavenna
Sabato 24 Giugno 2017
Il pieno in Valchiavenna, sconto benzina ormai svanito
Il carburante costa molto di più rispetto a Sondrio e dintorni. E così l’impatto della carta regionale risulta ridimensionato.
L’effetto è ormai svanito. C’è lo sconto garantito dalla Regione, che consente di risparmiare 23 centesimi per ogni litro di benzina per evitare il pieno in Svizzera, ma in Valchiavenna, secondo quanto osservato sul sito dell’osservatorio dei prezzi dei carburanti (andando sul sito carburanti.mise.gov.it) grazie a rilevazioni che risalgono sostanzialmente all’ultima settimana, la benzina costa molto di più rispetto a Sondrio e dintorni. E, considerata la rilevante differenza, l’impatto dello sconto regionale finisce per essere ridimensionato. Quasi annullato.
Ma andiamo con ordine. Per i comuni che distano da 0 a 10 chilometri dal confine (la fascia A) lo sconto è pari a 23 centesimi per litro. Per quelli che distano dai 10 ai 20 (fascia B) lo sconto è pari a 15 centesimi per litro. Fra una pompa della città della Mera e quella della stessa compagnia nel capoluogo, ieri al self si osservavano (sempre secondo quanto indicato sul sito del governo) circa 20 centesimi di differenza: 1,69.5 euro contro 1,47.9.
Nel caso di un’altra società, la differenza era di circa dieci centesimi. Il confronto è simile anche rispetto alla Bassa Valtellina. Una situazione che probabilmente lascia soddisfatti gli automobilisti valtellinesi, ma evidentemente non può essere motivo di felicità per quelli valchiavennaschi (che con lo sconto limitano gli esborsi) e tutti gli altri di passaggio. Con 30 pieni di 50 litri all’anno, si devono sborsare almeno 150 euro in più.
Il malcontento è evidente e ricade anche sugli operatori del settore, riuniti nella sezione di Confcommercio. Ma l’associazione di categoria non ha, in questo caso, margini rilevanti d’azione, perché come ricordano dagli uffici di via del Vecchio Macello come i prezzi sono stabiliti dalle compagnie petrolifere e che su di essi non incidono né l’Unione dei commercianti, né gli operatori.
Il guadagno dei singoli esercenti negli ultimi anni è diventato molto limitato e può scendere a tre centesimi al litro. Questa situazione ha determinato un netto cambiamento nella presenza di aziende attive nella vendita di carburante agli automobilisti. Due pompe – entrambe si trovavano sulla statale 36 – sono state chiuse a Chiavenna e a Prata Camportaccio. Ora rimangono due impianti a Chiavenna, uno a Campodolcino, Samolaco e Novate Mezzola (in quest’ultimo caso l’impianto di distribuzione è fuori dall’area della carta sconto).
«Negli ultimi anni è diventato praticamente impossibile operare con dei margini che consentano ai titolari di ricavare uno stipendio dignitoso - spiega Walter Rossignoli, l’imprenditore che ha gestito le due stazioni di servizio fino all’ultimo pieno -. Si fa di tutto per evitare la chiusura delle aziende, ma dopo un certo limite, con questi guadagni limitatissimi, legati ai prezzi che vengono praticamente fissati dall’alto, non è più possibile. Lo scenario del futuro - aggiunge - non è dei più incoraggianti, soprattutto per le aziende più piccole».
Eni, uno degli operatori presenti in zona, di fronte alla richiesta di chiarire l’origine di questa situazione che riguarda varie categorie, non si tira indietro ed esprime il proprio punto di vista. «In Italia, così come all’estero - commenta l’azienda -, i prezzi dei carburanti variano molto da stazione a stazione per una molteplicità di fattori, quali i livelli di servizio, il contesto competitivo, i costi di logistica primaria e secondaria e altri fattori che rendono difficile una comparazione oggettiva tra diversi “micro-mercati”».
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