Economia / Sondrio e cintura
Mercoledì 26 Ottobre 2016
Il parassita è sconfitto. Selve di nuovo sane e castagne abbondanti
Cinipide scomparso: la lotta biologica dà i suoi frutti. Dopo tre anni di magra le piante di nuovo produttive. L’inserimento dell’“insetto antagonista” è stato decisivo.
Castagne o marroni? Non sono proprio sinonimi. Già nel 1939 un regio decreto distingueva i marroni dalle castagne. Le castagne, non molto grosse, sono schiacciate da un lato, hanno buccia resistente e colore bruno scuro con polpa saporita. I marroni sono più grossi, un riccio racchiude al massimo due o tre frutti, hanno forma a cuore con buccia striata di colore marrone chiaro e polpa dolce. La castagna è il frutto della pianta selvatica, il marrone è quello della pianta coltivata e migliorata con successivi innesti.
Oltre a queste due varietà, a Castello Dell’Acqua, ce ne sono anche altre chiamate in dialetto “Catot”, oppure “Pezzadin” o “Fugasceri” che cambiano a seconda di grandezza, tempo di maturazione e gusto. C’è stata l’opportunità di degustare diversi tipi di castagne e di conoscerne la storia, nel weekend appena trascorso, a Castello Dell’Acqua dove si è tenuta la “Sagra delle castagne e dei funghi”, una manifestazione voluta proprio per rilanciare questo frutto che a Castello è presente da sempre.
In paese, ancora oggi, ci sono le “grat” dove i frutti venivano fatti essiccare e la pila delle castagne, in realtà nata per i cereali. I castagneti sono molto estesi su tutto il territorio comunale e, dopo l’intervento voluto dall’amministrazione comunale, ora stanno bene e sono fruttiferi.
«Tre anni fa abbiamo dato avvio, con la collaborazione di esperti, alla lotta biologica contro la vespa cinese o cinipide che aveva attaccato i castagneti – afferma il sindaco, Andrea Pellerano -. Questo insetto killer è stato debellato inserendo un insetto antagonista che, a distanza di tre anni, possiamo dire ha fatto un ottimo lavoro. I castagneti sono tornati sani e i benefici di questa operazione, ci dicono, sono arrivati fino a Ponte in Valtellina e Teglio.
La dimostrazione che l’intervento sia riuscito è che, quest’anno per la prima volta dopo tanti anni, abbiamo raccolto tantissime castagne. Non so precisare la quantità complessiva della produzione di Castello, ma posso fare un esempio: un castellano mi ha detto che se prima dal suo castagneto raccoglieva 25 chilogrammi di castagne, nelle ultime settimane ne ha raccolti due quintali. Direi che è un ottimo successo».
Castello, piccolo Comune orobico, sta infatti puntando molto sulle peculiarità del suo territorio per favorire una forma di turismo dolce basato sul trekking, lungo il circuito inaugurato la scorsa estate, sul sentiero etnografico dove si possono visitare mulino e pila, oltre che sulle castagne, un vero e proprio “giacimento” gastronomico, riproposto in veste rinnovata nella sagra dove si è potuto ricercare non solo il cibo-sostentamento ma anche il cibo-soddisfazione e golosità.
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