Il cioccolato Icam non sente la crisi, infatti in queste ore l’azienda ha presentato al sindacato un progetto per estendere l’attività produttiva sette giorni su sette per alcuni reparti del nuovo stabilimento di Orsenigo, dove è stata spostata praticamente tutta la produzione di cioccolato e cioccolatini.
«Siamo sul punto di firmare un positivo accordo per l’utilizzo del ciclo continuo per alcuni reparti produttivi – spiega Massimo Sala della Cgil – e questo è un indicatore del buono stato di salute della società, che continua a crescere e raggiungere gli obiettivi che si era prefissata con l’avvio della nuova unità produttiva».
Infatti il nuovo stabilimento era stato creato proprio per intraprendere un processo di crescita industriale. L’azienda aveva preannunciato che nel 2013 gli ordini sarebbero stati in crescita e l’obiettivo è di chiudere l’anno superando i 110 milioni di fatturato di almeno il 10 per cento. A regime, quando l’intero stabilimento lavorerà al massimo delle sue potenzialità, allora l’impresa potrebbe anche raddoppiare i volumi di fatturato, creando anche nuova occupazione. Questo anche grazie a un processo di internazionalizzazione che Icam sta cavalcando, immergendosi in realtà lontane, come la Cina, dove Icam sta coltivando rapporti importanti. E’ notizia di ieri che la cinese Guangming Food di Shanghai, la più grande food corporation cinese per la produzione di cioccolato cinese, ha visitato gli stabilimenti di Novi e di Icam scegliendoli come centri di eccellenza nella produzione industriale di qualità.
Per il momento, il primo risultato positivo dei piani di sviluppo dell’azienda sono il mantenimento dell’intera forza lavoro, 350 dipendenti, la conferma degli interinali e l’avvio del ciclo continuo. Non poco in un periodo di crisi, segnato dalle chiusure aziendali e dai tagli del personale. «Dell’avvio del ciclo continuo ne discuteremo insieme ai dipendenti lunedì e mercoledì nel corso di una assemblea sindacale – spiega Sala – e in quell’occasione entreremo nel merito delle richieste dell’azienda e dei risultati che abbiamo ottenuto dalla trattativa. L’obiettivo dell’azienda è sfruttare al massimo gli impianti attraverso un percorso di flessibilità, per noi è favorire i lavoratori e ottenere accordi vantaggiosi, anche dal punto di vista economico. Crediamo di essere arrivati a un buon accordo, ma saranno i lavoratori a decidere nel corso dell’assemblea».
E Icam è un’impresa che non si è mai tirata indietro quando si parla di sostegno alle maestranze. Anche quando si è trattato di realizzare un servizio di trasporto per i dipendenti trasferiti a Orsenigo, l’azienda ha messo a disposizione un bus navetta che consente a 60 lavoratori a turno di raggiungere il nuovo stabilimento: il servizio costa all’azienda 140 euro al mese per ciascun dipendente.
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