Icam, ottant’anni di vocazione sostenibile

Il presidente Giovanni Agostoni ha presentato l’azienda del cioccolato in una serata con i Lions. L’impresa punta sulla filiera: «Forte presenza in Africa e Sud America, generiamo valore per i coltivatori di cacao»

Lecco

Prossima al traguardo degli 80 anni, Icam e la sua storia, inclusa la vocazione alla sostenibilità e all’internazionalizzazione, è stata raccontata da Giovanni Agostoni, presidente dell’azienda di cioccolato di Lecco e Orsenigo, in occasione della conferenza in intermeeting organizzata da Lions International Lions Club Como Host, Como Lariano e Como Plinio il Giovane nella Sala Bianca del Teatro Sociale di Como. «La storia di Icam è quella di un’impresa familiare radicata nel territorio, fondata dal mio nonno e trasmessa di generazione in generazione – ha spiegato Giovanni Agostoni, terza generazione in azienda – una recente indagine ha rilevato che solo il 4% delle aziende familiari riesce a superare la quarta generazione. Questo mi ha fatto riflettere sulla responsabilità che porto con me, non solo come imprenditore, ma anche come parte di una famiglia numerosa. Siamo ottimisti e speriamo che alcuni tra i membri della quarta generazione possa avere le capacità e il desiderio di portare avanti l’azienda». La visione che caratterizza Icam è un’innovazione costante insieme a un approccio etico e sostenibile nell’operare quotidiano, processo che include un’attenzione scrupolosa per l’intera catena produttiva.

«Per esempio la preservazione della biodiversità è un elemento chiave nella nostra strategia aziendale, poiché un’interazione equilibrata tra flora e fauna è fondamentale per garantire la salute delle piante e, quindi, la produzione costante di prodotti di qualità – ha proseguito il presidente Icam siamo attivi in paesi come Perù, Uganda e Repubblica Dominicana, collaboriamo con circa 20 nazioni in Africa e Sud America, dove si acquista cacao». In questi luoghi, nel tempo, l’azienda comasca ha creato forti legami con le cooperative di coltivatori e sono stati formati oltre 6.000 agricoltori specializzati, attraverso la garanzia di un trattamento equo e le opportunità per uno sviluppo socioeconomico duraturo. «Il modello di business include un impegno concreto nei confronti delle persone coinvolte nella nostra filiera – ha puntualizzato Giovanni Agostoni - soprattutto nei paesi africani, dove la dinamica dei rapporti commerciali è spesso segnata da sfruttamento e disuguaglianza, noi mettiamo in atto un dialogo collaborativo.

La nostra presenza genera valore per i coltivatori, trasformando la loro condizione economica. Per esempio, grazie alla formazione agronomica e all’investimento nelle tecnologie, i produttori di cacao iniziano a vedere rendimenti più elevati e a sperimentare nuove prospettive per se stessi e per le loro famiglie. Questo non è solo un modo per migliorare la qualità del nostro cacao, ma anche per contribuire al benessere delle persone coinvolte». Lo stabilimento di Orsenigo lavora annualmente 25.000 tonnellate di fave di cacao e, grazie al reparto di ricerca e sviluppo, è in grado di creare e diversificare oltre 3.500 prodotti di cioccolato, sviluppando oltre 560 ricette. Con oltre 500 dipendenti, l’azienda investe nella crescita professionale circa 13.000 ore di formazione e sono creati programmi di welfare che supportano anche le famiglie.

Il fatturato ha superato i 320 milioni di euro nel 2022, con vendite in oltre 70 paesi: il 60% del fatturato proviene da mercati esteri, tra cui Usa, Regno Unito, Francia, Germania e Scandinavia, con una crescita recente anche verso il Medio Oriente.

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