I vini valtellinesi in trasferta negli Usa.
Mentre dalla critica un prestigioso riconoscimento

Convento San Lorenzo di Mamete Prevostini e Consorzio di tutela a New York in rappresentanza dei rossi premiati dal Gambero rosso. Intanto la rivista online Wine Surf ha insignito il Sassella Rocce rosse 2016, Valtellina superiore docg della casa vinicola Ar.pe.pe. di Sondrio, con il suo speciale Oscar per la guida 2023/2024 in qualità di “miglior vino d’Italia”

Convento San Lorenzo di Mamete Prevostini e Consorzio di tutela a New York in rappresentanza dei rossi premiati dal Gambero rosso. C’è anche la Valtellina nella spedizione lombarda volata oltreoceano per l’evento organizzato negli Stati uniti dalla più importante rivista italiana di cibo e vino per celebrare l’edizione 2024 dei “3 bicchieri”. La Regione Lombardia e i suoi vini sono stati infatti protagonisti dell’iniziativa andata in scena sabato a New York al Metropolitan Pavillon alla presenza anche dell’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi. «Un’occasione importante e prestigiosa per il nostro sistema vino - commenta Beduschi - e un’opportunità da cogliere per farsi conoscere sempre più e meglio dal più importante mercato mondiale, nell’ottica di ampliare il business incontrando non solo i tanti appassionati, ma un pubblico selezionato di professionisti».

L’evento, organizzato da Gambero Rosso, ha avuto come special guest proprio la Regione Lombardia, al centro di una master class tenuta da esperti impegnati a raccontare i territori lombardi, le loro tradizioni vinicole e le produzioni uniche, offrendo anche la possibilità di degustare i vini selezionati. Oltre alla partecipazione diretta delle cantine premiate con i tre bicchieri, erano presenti nella Grande mela anche i consorzi di tutela dei vini di Valtellina, Oltrepò Pavese, Lugana e Valtenesi, per garantire una ancora più ampia partecipazione delle eccellenze vinicole della Lombardia. Nel corso della serata, a cui ha partecipato anche il Console Generale d’Italia Fabrizio Di Michele, l’assessore Beduschi ha consegnato il premio del Gambero Rosso al miglior ristorante italiano della città di New York.

Il Valtellina Superiore Sassella Convento San Lorenzo Clos Ris. 2018 di Mamete Prevostini è uno dei cinque rossi premiati dal Gambero rosso con i tre bicchieri. Gli altri sono: Valtellina Sfursat 5 Stelle 2020 della Nino Negri, il Valtellina Sfursat Fruttaio Ca’ Rizzieri 2019 della casa vinicola Aldo Rainoldi, il Valtellina Superiore Grumello Dossi Salati Ris. 2019 della Dirupi e il Valtellina Superiore Sassella Rocce Rosse Ris. 2016 della casa vincola Ar.pe.pe.

E intanto l’enologia valtellinese primeggia ancora e il nebbiolo di casa batte il più blasonato cugino della Langa. Arriva infatti dalle Rocce Rosse della Sassella, vitigno di lavorazione eroica tra le pietre che prende il nome dalla passione che aveva animato Arturo Pellizzatti nella ricerca «del sapore sanguigno e ferroso della terra dei suoi avi», a 400 metri sul livello del mare ad un passo da Sondrio, il miglior vino d’Italia secondo Wine surf. Il giornale online di enogastronomia e guida vini dal 2006 dopo lunghe e attente degustazioni – 2.102 le etichette complessivamente “assaggiate” - ha infatti insignito il Sassella Rocce rosse 2016, il Valtellina superiore docg della casa vinicola Ar.pe.pe. di Sondrio con il suo speciale Oscar per la guida 2023/2024. «Un nebbiolo in purezza (l’azienda lo definisce “Nebbiolo delle Alpi”) - specifica la rivista - che ha ottenuto 94 punti». Punteggio importante per un vino da 13 gradi che arriva dalla macerazione di 97 giorni in tini di legno e dall’affinamento per 34 mesi in tini e botti di legno alternate a cemento per concludersi in bottiglia.

«Le nostre valutazioni, come sempre, si discostano molto da quelli dei “colleghi cartacei” (la nostra è l’unica guida online d’Italia) e quindi riservano non poche sorprese agli appassionati – spiegano da Wine surf -. Per noi dare 100 (o 110…) ad un vino è solo spettacolarizzazione fine a se stessa e se le guide hanno perso appeal forse è proprio per questa assurda rincorsa al voto sempre più alto. Per questo un vino che prende 94 punti è per noi il miglior rosso d’Italia perché il nostro è un modo di valutare non gasato dalle più varie esigenze».

Dietro al Rocce rosse, con 92 punti si è piazzato sempre un nebbiolo ma di Langa, un Barolo di Serralunga d’Alba e al terzo ex aequo con 91 punti, 3 vini: un Merlot altoatesino, un Barolo di Castiglion Falletto e un Cannoau di Mamoiada. «Un podio per certi versi sorprendente – ancora il commento di Wine surf -, con al primo posto un vino rosso della Lombardia, un nebbiolo che batte i molto più famosi cugini di Langa. Un podio con un Merlot non toscano ma dell’Alto Adige e con un Cannonau che dimostra cosa si può fare nelle zone più vocate della Sardegna. Un podio con comunque due Barolo ma senza vini toscani. Crediamo possano nascere molti spunti di discussione da un podio del genere. I complimenti vanno alla famiglia Pelizzatti Perego, alias Ar.pe.pe., per il modo di fare vino in un territorio tra i più belli e difficili d’Italia».

Ai riconoscimenti Isabella, Emanuele e Guido Pellizzatti Perego che guidano la cantina sono abituati, negli anni i loro vini hanno ricevuto numerosissimi premi prestigiosi, ma non cambia la gioia con cui accolgono la notizia. «Diciamo che cominciamo ad essere abbastanza preparati a queste belle notizie ma alla fine i primi ad essere critici verso quello che facciamo siamo noi – ha raccontato Emanuele a Wine surf -. La sera che ho ricevuto la notizia sono andato a cena con la famiglia bevendo Rocce Rosse 2016 e il giorno dopo mi sono portato a casa l’annata successiva, la 2018. L’ho assaggiato è mi sono detto che è meglio del 2016 e quindi stiamo migliorando. In effetti nel 2016 ci trovo qualche difettuccio in più rispetto al 2018». La voglia di migliorare sempre è una delle caratteristiche che ha portato Ar.pe.pe. alla quarta generazione familiare, ai livelli di eccellenza in cui è, insieme alla Valtellina di cui porta in alto il nome.

© RIPRODUZIONE RISERVATA