Economia / Lecco città
Mercoledì 02 Giugno 2010
I sindacati: "Contro la crisi
manca una regia territoriale"
I segretari di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto alle associazioni imprenditoriali un incontro che serva a porre le basi di un coordinamento territoriale che studi le possibili strategie per combattere la crisi. Che continua ad avere pesanti ripercussioni sui livelli occupazionali del Lecchese
Cgil, Cisl e Uil hanno inviato una lettera a Franco Keller, presidente di Confindustria, Riccardo Bonaiti, presidente di Api, Mario Sangiorgio (Ance), Arnaldo Redaelli (Confartigianato) e a Giuseppe Ciresa (Confcommercio), chiedendo un incontro. Grande assente tra i destinatari è l'amministrazione provinciale: «Più volte abbiamo chiesto alle istituzioni di individuare, nelle forme e nei modi più opportuni il luogo dove assieme incontrarci, discutere e poi agire di conseguenza, purtroppo a oggi tutti questi sforzi non hanno prodotto molto. Certo, insieme abbiamo realizzato il Polo di eccellenza per il mercato del lavoro e stiamo faticosamente cercando di ridare slancio a Network Occupazione. Sono tutti strumenti utili, ma ci pare che continui a mancare una regia condivisa che orienti tutte le forze in campo». Secondo i sindacati infatti gli interventi fin ora attuati per rispondere all'emergenza economica sono di tipo tecnico, mentre al territorio mancherebbe un coordinamento decisionale, e quindi politico. «Se le associazioni risponderanno al nostro appello potremo dare avvio ad un confronto serio per discutere dei problemi dell'industria per poi passare alle prospettive di sviluppo. In un anno e mezzo di crisi economica non siamo mai riusciti a concretizzare un tavolo di questo tipo», nota Anghileri.
«La grave crisi economica che il nostro territorio sta attraversando ha bisogno di risposte rapide e straordinarie – dicono i tre segretari – altre volte la nostra provincia ha saputo reagire a situazioni di difficoltà, lo ha sempre fatto mettendo in rete energie, intelligenze e capacità progettuali». Tutti gli indicatori economici, dicono i sindacati, indicano una ripresa molto debole e in ogni caso senza occupazione. «La capacità lavorativa è sempre stata un vanto, il pregio e la ricchezza della nostra realtà economica, è un patrimonio che non possiamo assolutamente disperdere».
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