Economia / Sondrio e cintura
Mercoledì 25 Dicembre 2013
Gli artigiani: «Basta
con la politica del dire»
Da Confartigianato parte una lettera indirizzata al premier Letta - L’appello: «Le imprese hanno bisogno di provvedimenti concreti»
«Basta con la politica “del dire”, si passi a quella del fare. Perché le imprese artigiane hanno bisogno di provvedimenti concreti». Sotto l’albero di Natale il governo Letta troverà la lettera scritta dal presidente di Confartigianato Giorgio Merletti e condivisa da tutte le sezioni territoriali per manifestare le preoccupazioni degli imprenditori artigiani e delle Pmi «rispetto alla disattenzione della politica nei confronti delle esigenze di sviluppo delle imprese».
Nella lettera, Merletti ricorda al capo del governo che «al rito dei riconoscimenti verbali al ruolo delle Pmi non corrispondono provvedimenti concreti ed efficaci di governo e parlamento»».
Gli esempi di questa dicotomia tra il dire e il fare sono numerosi. «Ricordiamo le norme taglia-tariffe per le assicurazioni auto che colpiscono migliaia di carrozzerie artigiane, gli annunci di riduzione del prezzo dell’energia per imprese e famiglie che premiano la solita industria decotta, gli impegni per il rilancio delle Pmi e la contemporanea approvazione di norme che finanziano grandi progetti industriali, un migliore accesso al credito contraddetto da provvedimenti che favoriscono e garantiscono le banche, la mancata adozione della tracciabilità obbligatoria dei prodotti per difendere la qualità dei prodotti nazionali e tutelare i consumatori».
Gionni Gritti, presidente degli artigiani valtellinesi, chiede scelte coraggiose.
«Le esigenze espresse da Merletti sono le stesse di tutti i territori – sottolinea -. Non soltanto di Confartigianato. Ci aspettiamo scelte coraggiose». Visto che si parla di decisioni del governo, è inevitabile soffermarsi anche sulla questione della Provincia che presto verrà commissariata e, nonostante il riconoscimento della specificità montana, diventerà un ente di secondo livello.
«Sono per la salvaguardia del nostro territorio – prosegue -. La conformazione montana e l’esiguo numero di abitanti con ci consentono alternative. Non possiamo fare nulla sulle scelte assunte a Roma, spero che la specificità montana ci consenta di ottenere tutte le deleghe necessarie, con le relative risorse. Sulla scelta del primo o secondo livello, capisco le difficoltà. Non ritengo che ci sia un decadimento, perché c’è la volontà dei sindaci di rappresentare il territorio. Ci sono tante battaglie da portare avanti non sono con il governo, ma anche con la Regione».
Proprio dal Pirellone è arrivata la buona notizia della cassa in deroga fino al 31 marzo. «Finché ci sono questi strumenti, si faccia in modo di utilizzarli. Ben vengano per aiutare le imprese, ma l’aspetto centrale è avere la possibilità di lavorare, per ridurre il rischio di ricorrere alla cig».
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