Generazione Zeta e Alpha: nuovi valori e attese

Il progetto In un video voci e pensieri degli studenti di seconda media «Fare orientamento? Non si può risolvere il tema con quattro consigli»

Quali sono i valori e le aspettative dei giovani e cosa li differenzia dalle generazioni precedenti? Questo il tema al centro della tavola rotonda condotta ieri mattina, in apertura di Young, da Paolo Lipari, regista e professore all’Università di Bologna presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione insieme al professor Ugo Morelli, psicologo, e alcuni studenti.

«La scuola deve sforzarsi di far sentire inclusi tutti i ragazzi»

Una profonda riflessione è scaturita dal video realizzato da Lipari e mostrato ieri, in cui i ragazzini di seconda media si sono aperti e hanno raccontato cosa, per loro, significa la parola passione e la volontà di inseguire i propri sogni, pur a volte con il timore di deludere gli adulti. Ecco perché l’orientamento gioca un ruolo essenziale, soprattutto nel delicato passaggio dalle medie alle superiori, quando gli adulti devono sforzarsi di capire e ascoltare i ragazzi, per accompagnarli in questa fase di transizione.

Il contesto

Anche la Camera di Commercio Como Lecco sta puntando moltissimo sull’orientamento con iniziative come “Cine-orienta”, in collaborazione con la cooperativa Dreamers. «Si è detto che Young ha 17 anni, il contesto di riferimento è cambiato – evidenzia Walter Algarotti, della Camera di Commercio - ci siamo interrogati sul senso dell’orientamento, è evidente come siano cambiati i paradigmi. Ci siamo messi in una condizione di ascolto dei ragazzi chiedendo che cosa si aspettano da noi rispetto a queste transizioni e le loro aspettative. Attraverso il progetto Cine-Orienta con Paolo Lipari abbiamo continuato ad ascoltarli per comprendere che cosa si aspettano dal futuro».

«È un privilegio essere abitante di questo territorio e cittadino di questa specifica realtà, Como e Lecco, con una Camera di Commercio che ha inteso investire sull’orientamento in questa direzione – ha sottolineato Lipari - prima di vedere come funzionano le cose, bisogna capire il significato di quello che stiamo facendo. Orientamento è una parola che ha una valenza e peso tale per cui sbrigarla con quattro consigli in croce è fare torto a una complessità. Parlare di orientamento significa rivolgersi alla sorgente della vita stessa, capire perché siamo qua. La nostra cooperativa Dreamers ha cercato di rispondere; con mia figlia Francesca ho iniziato un percorso di ascolto andando in vari plessi del territorio per incontrare gli studenti delle seconde medie. Poi ho fatto un montaggio mostrato loro in occasione di proiezioni al cinema. Questa avventura ha dato vita a un racconto che abbiamo sintetizzato in un video».

Le idee chiare

Quindi la parola ai rappresentanti della Consulta giovani di Como e di Lecco. «Tanti studenti hanno paura di non avere le idee chiare e di poter essere una delusione – hanno sottolineato - quello che la scuola e gli adulti devono sforzarsi di fare è far sentire inclusi e sostenuti i ragazzi che non sanno cosa fare, contemplare anche la possibilità di una scelta sbagliata, si può cambiare strada. Non è giusto che chi ha una difficoltà debba sentirsi inadeguato. A quest’età, l’adolescenza, non si è troppo piccoli per sapere esattamente cosa fare, ma nemmeno così grandi».

«Nella mia esperienza – ha specificato uno di loro - incontrato docenti che non avevano come obiettivo primo creare un lavoratore, ma che hanno cercato di creare un pensatore, un ragazzo che già dalle medie sia in grado di sviluppare un concetto personale. Lo studente deve sempre essere al passo, andare avanti e pensare di rinnovare». Quindi l’intervento di Morelli: «Quello che più di tutto mi ha raggiunto di questo filmato è lo scarto tra il linguaggio denso di esperienze dei ragazzi e il linguaggio astratto, formale di noi che facciamo questo mestiere. Il problema dell’orientamento è degli adulti: linguaggi inadeguati, problema di tempo, come se ci accorgessimo solo in determinate circostanze che serve l’orientamento: alla fine delle medie, delle superiori. L’orientamento non ha a che fare con il fare, ma con l’essere».

© RIPRODUZIONE RISERVATA