Economia / Morbegno e bassa valle
Martedì 02 Febbraio 2016
General Electric investirà in Italia. «Benefici per tutti»
In 15 anni ben 600 milioni di dollari. Il colosso punta sulla Toscana. Sindacati fiduciosi: «L’incremento della produzione investe anche la Valtellina»
General Electric investe in Italia. Nell’intesa non si parla direttamente della fabbrica di Talamona, ma i sindacati sono fiduciosi: «I benefici possono ricadere su tutti gli stabilimenti del gruppo». General Electric investirà seicento milioni di dollari in Italia nell’arco di un quinquennio, che vedrà impiegate 500 persone e si pone come obiettivo l’aumento del 50% degli attuali volumi produttivi e l’aumento del fatturato di 1,7 miliardi di dollari. Sono questi i numeri di Progetto Galileo, un centro di eccellenza mondiale per lo sviluppo di turbine e compressori nel settore oil & gas da creare in Toscana. Il progetto prevede la concentrazione di tutte le fasi di realizzazione, dalla progettazione all’industrializzazione, attraverso una partnership pubblico-privata. Il progetto è siglato dalla Regione Toscana, Presidenza del Consiglio, Ministero dello Sviluppo economico, Ge Oil & Gas e Nuovo Pignone. Il protocollo rappresenta una prima intesa tra tutti i soggetti firmatari e ha lo scopo di verificare la fattibilità, anche in termini di co-finanziamento, del progetto stesso. Erano presenti al tavolo per la firma dell’intesa il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, il presidente e ad di General Electric Jeff Immelt, il presidente e ad di GE Italia Sandro De Poli, il presidente e ad di GE Oil & Gas Lorenzo Simonelli e il presidente e ad di Nuovo Pignone Massimo Messeri.
«La nostra società opera in Italia da circa 100 anni - ha detto Jeff Immelt - e la tappa di domenica conferma il nostro forte impegno a investire e far crescere il nostro business in questo Paese. L’intesa raggiunta è la riprova delle elevate competenze della forza lavoro locale e rafforza ancora di più la ricerca e lo sviluppo in Italia di tecnologie innovative nel settore oil & gas destinate a tutto il mondo». Nel testo dell’accordo non si parla di Valtellina, almeno secondo le prime informazioni emerse, ma per i sindacati i benefici di un investimento di questa portata possono essere rilevanti anche per gli altri siti produttivi. «Talamona rappresenta una vera e propria eccellenza per la società statunitense e i vertici del gruppo ce lo hanno ricordato in più occasioni, anche in occasione degli investimenti partiti tre anni fa – sottolinea Davide Fumagalli, segretario provinciale della Fim-Cisl -. I risultati raggiunti dipendono dalla qualità del capitale umano valtellinese e dalle relazioni positive fra azienda e lavoratori. La fiducia di questa società nei confronti del nostro Paese ci lascia ben sperare. Un incremento della produzione può avere, a cascata, influssi positivi anche sulla sede valtellinese».
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