Economia / Valchiavenna
Martedì 26 Novembre 2013
Frontalieri, gli svizzeri
sbagliano i conti
A fronte di 3.500 lavoratori attivi oltre confine, vengono versati ristorni solo per 1.500 persone
I dati relativi alla presenza di frontalieri nei Grigioni parlano di oltre 4.638 lavoratori italiani, ma i ristorni riguardano un numero di persone molto minore. Per ogni lavoratore che manca, viene meno questa cifra. La differenza sembra rilevante ed è stata messa in luce dal convegno che si è tenuto a Chiavenna ad opera della Cisl.
Il frontalierato con i suoi ottanta milioni all’anno di stipendi dei frontalieri valtellinesi e valchiavennaschi impegnati nei cantieri, negli alberghi e negli uffici del Canton Grigioni è di fatto «la
più grande “impresa diffusa” per il mercato del lavoro della provincia di Sondrio», ha commentato il sindacalista del Syna e della Cisl Ivan Cameroni, presidente del Consiglio sindacale interregionale.
Ma ci sono anche dei motivi di preoccupazione per l’incontro di domanda e offerta. «L’offerta formativa non risponde alla domanda occupazionale – ha sottolineato Mirko Dolzadelli, segretario generale della Cisl di Sondrio -. Bisogna ripartire dalle scuole, con iniziative specifiche e un’analisi delle esigenze del mercato del lavoro dei Grigioni, senza dimenticare la riqualificazione per le persone in disoccupazione. Riteniamo valida l’ipotesi di rendere obbligatoria la formazione nei periodi di disoccupazione, invece di concedere spazio al lavoro nero».
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