Economia
Martedì 21 Maggio 2024
Frena la manifattura in Lombardia, ma cresce l’occupazione
Nel 1° trimestre 2024 i rischi geopolitici influenzano ancora industria e artigianato che segnano un rallentamento nella produzione. Ripresa delle assunzioni per entrambi i settori e aspettative in salita
Nel primo trimestre 2024 la produzione industriale e artigiana mostra una battuta d’arresto. La variazione congiunturale destagionalizzata per l’industria è pari a -0,3% mentre per l’artigianato la flessione è dello 0,6% con un fatturato che flette di conseguenza: -0,9% per l’industria e -1,3% per l’artigianato. A pesare sui risultati diversi fattori, a cominciare dall’evoluzione della guerra in Ucraina con un possibile nuovo aumento dei costi dell’energia e il blocco del canale di Suez. L’avvio dell’anno vede il comparto in frenata soprattutto a causa della debolezza della domanda interna. A fronte di settori in crescita: mezzi di trasporto (+4,4% su base annua), chimica (+3,6%), alimentari (+3,5%) e carta-stampa (+1,6%), la maggior parte soffre come il comparto moda (tessile -7,8%; abbigliamento -5,9%; pelli-calzature -3,2%). In contrazione anche la siderurgia (-4,6%). Meno intensa la riduzione dei livelli produttivi per meccanica (-2,4%), minerali non metalliferi (-2,0%) e gomma-plastica (-1,5%). Stabile il legno-mobilio (+0,1%).
Se da un lato la produzione mostra un rallentamento sono incoraggianti però le aspettative per il prossimo trimestre, dove il rafforzamento dell’attività industriale a livello globale insieme a riduzione dell’inflazione e possibile calo dei tassi d’interesse sostengono la fiducia degli imprenditori. L’occupazione poi non solo tiene ma cresce: per l’industria segna un aumento degli ingressi che superano le uscite portando ad un saldo positivo (+0,5%). Nell’artigianato l’incremento del flusso in ingresso è più marcato (3,1%) e affiancandosi ad un rallentamento delle uscite (2,4%), porta a un saldo positivo del +0,7%. “Le condizioni geopolitiche preoccupano ancora ma per il secondo trimestre 2024 confidiamo nella riduzione dei tassi e nell’abbassamento dei prezzi - ha specificato Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia – i mercati esteri per l’industria lombarda restano rilevanti e in considerazione della ripresa seppur lenta del commercio mondiale siamo fiduciosi che i numeri possano migliorare”.
“Politica monetaria e situazione geopolitica non aiutano la nostra economia, ciò nonostante, i dati in crescita dell’occupazione e la stabilità della produzione ci consentono di essere estremamente ottimisti per i prossimi mesi - ha aggiunto Guido Guidesi, Assessore allo sviluppo economico Regione Lombardia - Il nostro è un ecosistema solido, maturo e che grazie alla flessibilità riesce a dare segnali positivi in contingenze negative come quelle che stiamo vivendo. La straordinarietà lombarda si conferma nonostante i ‘freni’ sovra territoriali”.
“La produzione industriale lombarda a inizio anno sconta un andamento globale debole e l’instabilità in diverse aree del mondo cruciali per il commercio. Nonostante questa prevedibile fase di rallentamento, gli imprenditori sono cautamente ottimisti e vedono una ripresa nel secondo semestre di quest’anno spinta in particolare dall’atteso taglio dei tassi di interesse da parte della BCE, oltre che dal calo dei costi energetici e dell’inflazione, ma guardano con attenzione gli sviluppi del contesto geopolitico – ha detto Francesco Buzzella, Presidente di Confindustria Lombardia - Sono alte le aspettative delle imprese lombarde nei confronti di un’Europa che nei prossimi mesi dovrà dimostrarsi all’altezza delle sfide contemporanee, sostenendo e proteggendo il tessuto imprenditoriale con scelte forti, lungimiranti e condivise. Le imprese, in particolare le manifatturiere, sono l’unico asset in grado di evitare il declino economico del nostro continente”.
“Restano a nostro parere confortanti gli indicatori economici del comparto artigiano malgrado il rallentamento della domanda interna - ha concluso Stefano Fugazza, Presidente CLAAI Lombardia - Si guarda con preoccupazione invece al riverbero delle crisi internazionali sui costi delle materie prime e dell’energia mentre si attendono i passi annunciati dalla BCE sulla riduzione del costo del danaro, il problema numero uno delle imprese. L’artigianato ora è chiamato ad affrontare la sfida ESG: è indispensabile individuare un percorso di accompagnamento a misura di micro-azienda. Rischiamo altrimenti di perdere un altro pezzo di Made in Italy”.
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