Filario di Lezzeno, estate super. «E ora il territorio aumenti i servizi»
Turismo Il bilancio della stagione con Alessandro Sironi, gestore dell’hotel e residence sulla riva di Lezzeno. «Aprire tutto l’anno? Ambizione, ma non si può correre»
A due passi dal lago parrebbe semplice ragionare di questa stagione turistica “grandi numeri”, ma Alessandro Sironi - albergatore e gestore di “Filario Hotel & Residences” - coglie questa occasione non solo per celebrare «un risultato per noi sin qui rilevante», ma anche per riflettere di destagionalizzazione, personale (con la Svizzera che strizza l’occhio agli addetti cresciuti e formati al di qual del confine), servizi ai turisti (in primis trasporti) e appeal del lago di Como da qui agli anni a venire.
Il bilancio
«Siamo reduci da cinque mesi vissuti tutti d’un fiato, nonostante le incertezze che il conflitto ucraino ha portato in dote - la riflessione di Alessandro Sironi - l’occupazione delle camere non è variata di molto rispetto al 2019 (altro anno da record) a fronte di una crescita delle tariffe. La speranza è che il peggio sia alle spalle. Le variabili però non mancano. Basti pensare che una volta superata la pandemia, è arrivata l’incertezza legata al conflitto ucraino. E quando si ragionava sul fatto di ridimensionare o meno alcune strategie, le prenotazioni sono esplose. Sono stati mesi che hanno richiesto grande impegno, con nota di merito alla nostra squadra, composta in larga parte da personale consolidato, che è con noi da anni. Siamo riusciti a offrire un’ottima qualità. Il tema delle risorse umane e del personale è per noi centrale».
Il “Filario” ha viaggiato, vista la contiguità con questo angolo di lago, con il visto in poppa, grazie anche al ritorno preponderante degli ospiti americani, una clientela importante per motivi diversi, connessi tra loro. Una clientela sicuramente più portata a spendere, grazie anche al dollaro forte, all’insegna anche dell’equazione che “più è alta l’offerta e più crescono le tariffe”, tenendo conto anche dell’aumento dei costi fissi, a cominciare dall’energia, con picchi di consumo nelle settimane clou della canicola.
Questa stagione sta mettendo in evidenza anche un allungamento dei soggiorni, con una media di circa 3 notti e mezzi, a conti fatti almeno una notte in più rispetto al periodo pre-pandemia. Ad agosto ormai concluso è tempo di guardare già al futuro, con una riflessione sul tema sensibile della destagionalizzazione (leggasi aperture invernali).
«Ci aspetta un ottimo settembre ed anche per ottobre stiamo avendo buoni riscontri. Pare proprio che questa passione per il lago di Como sia destinata a durare a lungo, con una crescita dell’offerta e della qualità da un anno con l’altro. Preludio, si spera, di altre stagioni di questo tenore - conferma Alessandro Sironi - per alcune tipologie di strutture - quelle attrezzate con Spa, ad esempio - sono maturi i tempi per un’apertura “dodici mesi”. Non per tutte però. È un’ambizione che abbiamo tutti quella di aprire nell’arco dei dodici mesi. Un freno è dato dal fatto che uno o due mesi di apertura senza risultati congrui possono vanificare un’ottima stagione. Accanto a ciò si somma nei mesi invernali una carenza fisiologica di servizi. Difficilmente gli alberghi possono rimanere aperti se poi ristoranti, negozi e altri servizi sono chiusi».
I trasporti
È chiaro che un boom turistico di queste proporzioni ha portato anche in dote la necessità di un potenziamento dei servizi. «Notiamo una carenza forte nell’ambito dei trasporti privati, considerato che quello pubblico non viene utilizzato più di tanto dalla nostra clientela - la chiosa di Alessandro Sironi - il nostro turista tipo arriva in aereo e si sposta attraverso gli Ncc, che quest’anno fanno fatica a soddisfare tutte le richieste, a causa di una mole di lavoro davvero imponente. È un dato oggettivo, che merita anch’esso una riflessione se questo sarà lo standard delle prossime stagioni».
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