Fabbrica del riciclo. Un investimento da undici milioni

Inaugurazione L’impianto della Seruso a Verderio. Ha una capacità di avviare al recupero 55mila tonnellate di rifiuti prodotti ogni anno da Lecco, Monza e Bergamo

Un investimento da oltre 11 milioni di euro, per rifare l’impianto incaricato di riconoscere, separare e avviare a recupero oltre 55mila tonnellate di rifiuti (questa la capacità massima, a fronte di un totale attuale di 42mila tonnellate) prodotti ogni anno da 1,2 milioni di cittadini lombardi, residenti soprattutto nelle province di Lecco, Monza e Brianza e Bergamo.

Ieri pomeriggio si è alzato il velo sul nuovo impianto di Seruso, società del gruppo Silea, riferimento per il ciclo integrato dei rifiuti con orizzonte regionale e importanti prospettive di ulteriore crescita. Si tratta, come si è ricordato durante la cerimonia di inaugurazione alla quale hanno partecipato i partner e diversi amministratori del territorio interessato, di una “fabbrica del riciclo”, capace negli anni scorsi anche di salire alla ribalta delle cronache nazionali di settore per la capacità di recupero delle capsule per il caffè in alluminio, il cui utilizzo è sempre più diffuso, con quello che ne consegue anche in termini di produzione di scarti.

In ogni caso, tornando all’evento di ieri, il cantiere ha richiesto 6 mesi di lavori e un investimento di 11,2 milioni. Oggi Seruso - compartecipata da Cem Ambiente e Brianza Energia e Ambiente, presente ieri con i rispettivi presidenti - può vantare uno dei più moderni ed efficienti sistemi per il riciclo dei rifiuti a livello nazionale. Grazie ad un tecnologico sistema di vagli meccanici e separatori ottici di precisione, ogni singola tipologia di materiale viene selezionata e poi affidata ai consorzi di filiera nazionali per rinascere sotto forma di nuovi prodotti.

«Il progetto ha avuto un percorso faticoso, non privo di difficoltà – ha esordito il presidente di Seruso Massimiliano Vivenzio -, avviato con le prime discussioni nel 2016 perché l’impianto stava perdendo gradualmente la propria capacità performativa. Questa operazione, che ha richiesto l’inevitabile impegno concreto dei nostri tre soci, tre società i cui “azionisti” sono decine di sindaci. Abbiamo vissuto grosse preoccupazioni e profuso grande impegno, ma adesso possiamo dire che la soddisfazione è enorme».

Nonostante qualche intoppo e qualche ritardo dovuti a fattori esterni, con pandemia e guerra che hanno contribuito ad aumentare le difficoltà relative al reperimento dei materiali necessari all’operazione, il nuovo impianto è già in funzione da giugno e si è lavorato in questi mesi per portarlo a regime nel modo migliore. «Le performance attuali sono straordinarie – ha aggiunto Vivenzio -, oserei dire rivoluzionarie, con un livello tecnologico notevolissimo nei processi di selezione e avvio al recupero come nelle condizioni lavorative per il personale. Questo ci permetterà di migliorare i bilanci, che in questi anni non sono stati positivi, perché l’impianto, per obsolescenza, non selezionava in modo efficace il materiale. Ora invece la tendenza è stata invertita e i numeri sono già positivi».

Presente, naturalmente, la presidente di Silea Francesca Rota, oltre al suo predecessore Domenico Salvadore. «Silea ha creduto molto in questo progetto e nel principio secondo cui i rifiuti possono diventare una risorsa. Quando le materie prime mancano, come in questo periodo, le materie prime seconde diventano ancora più importanti. Questo è il nostro futuro. L’impianto di Verderio - ha concluso - è un’eccellenza del riciclo, per quantità e per qualità: significa che consegniamo ai consorzi le migliori materie prime seconde, pronte per essere lavorate, con risparmi energetici e di nuove risorse naturali».

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