Energia, previsti nuovi rincari. Ma Besseghini (Arera): «I prezzi resteranno
lontani dai picchi del 2022»

Luce e gas al rialzo nei primi mesi del 2025. L’anno nuovo con il persistere delle tensioni geopolitiche mondiali - ultimo atto la chiusura del passaggio del gas russo dall’Ucraina - porta con sé una serie di rincari per le materie energetiche che peseranno sulle tasche delle famiglie italiane, anche delle più fragili e anche sui conti delle imprese in un momento già difficile in cui l’incertezza blocca consumi ed investimenti. I prezzi di gas ed elettricità (+18,2% per i vulnerabili, i clienti cioè a maggior tutela) subiranno degli incrementi importanti - si stimano quotazioni fino a 50, 55 euro a megawattora per il gas con bollette più care di 300 euro - seppur lontani dai picchi registrati solo tre anni fa, nel 2022 quando oscillavano tra i 130 e i 150 euro. Una piccola consolazione a cui aggrapparsi.

Ad invitare alla calma, evitando gli inutili allarmismi, è il presidente valtellinese di Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), Stefano Besseghini che nelle interviste rilasciate i questi giorni alle maggiori testate nazionali ha fatto il punto della situazione. «Per il primo trimestre del 2025 le quotazioni all’ingrosso del gas avranno sicuramente un andamento rialzista, ma non ci aspettiamo una pressione simile a quella del 2022, quando c’è stato un uso strumentale dell’energia - ha detto il numero uno di Arera -. Potrebbe aiutarci anche il clima, se le temperature a partire dalla seconda metà di gennaio, inizio di febbraio non si irrigidiranno, visto che per ora non abbiamo a che fare con un inverno particolarmente freddo. Siamo ben coperti dal punto di vista degli stoccaggi e nel breve periodo non ci sono previsioni di consumi particolarmente elevati. Ma questo non deve portarci a rallentare il percorso di rafforzamento del sistema intrapreso ormai da tempo perché non dobbiamo dimenticarci che siamo ancora in una situazione di mercato estremamente fragile ed è troppo presto per scordarsi dell’emergenza».

Che significa, sostanzialmente, continuare a lavorare sul fronte del potenziamento infrastrutturale, ma anche garantire contratti di lungo termine per assicurare coperture più ampie sul gnl (gas naturale liquefatto) che resta secondo Besseghini, «il principale elemento di bilanciamento ma che potrebbe conoscere una fase di coperta corta in giro per il mondo per via della ripresa dei consumi da parte della Cina con inevitabili ripercussioni sul prezzo anche per l’Europa».

Senza tralasciare lo sviluppo di nuovi impianti rinnovabili all’interno di un sistema complessivo che deve poter contare su differenti fonti di approvvigionamento. «Quello che è accaduto in Germania nelle ultime settimane - ha detto Besseghini -, con i prezzi dell’elettricità saliti alle stelle per via della ridotta produzione da rinnovabili a causa della mancanza di vento, dimostra l’importanza di un attento bilanciamento tra le diverse fonti».

Attualmente, ricorda Besseghini, il gas pesa per il 60/65% nella generazione di energia elettrica che significa che il percorso per la riduzione della dipendenza è ancora abbastanza lungo. «I prossimi obiettivi sono stati indicati dal governo nella revisione del Pniec - ricorda Besseghini -. Nel frattempo abbiamo affrontato un altro percorso, non banale, di diversificazione delle forniture estere di gas. Chiuso il capitolo russo, dobbiamo comunque stare attenti, anche in prospettiva, agli effetti di nuove situazioni di dipendenza. E per questo che ha senso portare avanti il nostro percorso di decarbonizzazione».

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