Emergenza lavoro: le aziende lecchesi non trovano personale
Le aziende lecchesi faticano a trovare il 53% delle figure professionali ricercate. Un dato in crescita di sei punti percentuali rispetto al 2022, attestandosi alla quota più alta dell’intera regione. Secondo l’osservatorio provinciale del mercato del lavoro, queste difficoltà riguardano un ampio ventaglio di figure professionali interessate, raggiungendo l’apice per i tecnici e gli operai specializzati (in oltre 7 casi su 10).
«Le difficoltà di reperimento – spiega l’osservatorio – secondo quanto dichiarato dalle imprese, hanno solo in parte origine in una formazione non adeguata, ma in misura più evidente nascono da un’offerta ridotta e non sufficiente, in altri termini da una mancanza di personale disponibile».
Elemento che inevitabilmente rischia di pesare sempre più a causa dell’inverno demografico verso cui la nostra provincia sta andando incontro. Nello specifico, il settore in maggiore sofferenza è quello delle costruzioni con i due terzi delle figure professionali ricercate considerate di difficile reperimento, segue poi l’industria con il 56% e i servizi con il 49,3%. Percentuali che svelano un trend in grande crescita se si pensa che nel 2019 in media le difficoltà di reperimento riguardavano il 33% delle professioni con una punta al 42% per le costruzioni. Mancano soprattutto operai specializzati (74%), dirigenti, specialisti e tecnici (57,2%), altre professioni tecniche (60,6%. Sopra al 50% anche le professioni qualificate per i servizi e per il settore commerciale e gli operai di macchinari fissi. Le difficoltà di reperimento per gli impiegati calano al 30%,come per le professioni non qualificate. Fra le motivazioni, sempre secondo le imprese, di queste difficoltà vi è la ridotta presenza delle figure (35%) e l’inadeguatezza dei candidati nel 15% dei casi, con un trend in rapida crescita soprattutto per la prima categoria. «La difficoltà delle aziende – prosegue l’osservatorio nel reperire personale rispecchia la complessità che caratterizza il mercato del lavoro, non soltanto a livello locale ma, più in generale, nell’intero territorio nazionale. Fra le ragioni che determinano, secondo le imprese, le difficoltà di reperimento, viene segnalata soprattutto la scarsità dei candidati, che ha subito un’impennata nel 2022 rispetto agli anni immediatamente precedenti. In misura meno rilevante viene indicata come motivazione l’inadeguatezza dei candidati stessi».
Il 53% di professioni difficilmente reperibili pone Lecco otto punti percentuali sopra la media regionale, addirittura tredici puntisopra il dato di Milano, per distacco la provincia lombarda con la percentuale più bassa (40%). Poco sotto Lecco c’è Monza con il 50% e Como con il 49%, mentre Sondrio è al 47%, a dimostrazione di come si tratti di un problema comune a tutta la regione, attenuato solamente nel capoluogo meneghino che si dimostra molto attrattivo
© RIPRODUZIONE RISERVATA