Economia / Valchiavenna
Martedì 13 Agosto 2013
«Edilizia in Bregaglia,
nubi nere all’orizzonte»
La lettera aperta di un imprenditore della Bregaglia svizzera. Tremano anche i nostri frontalieri
«Gli effetti del referendum sulle seconde case saranno pesanti» - L’appello ai politici elvetici
Per ora non si soffre. Secondo numerosi addetti ai lavori, nelle regioni svizzere di confine c’è addirittura un boom dell’edilizia. Ma la situazione rischia di cambiare in fretta e di portare conseguenze devastanti per l’economia locale. Lo sottolinea in una lettera aperta l’imprenditore di Vicosoprano Thomas Zimmermann, attivo da anni nel settore edile e nell’associazione di categoria della Bregaglia svizzera. Una zona che, proprio nel comparto delle costruzioni, dà lavoro a molti frontalieri valchiavennaschi.
All’inizio del 2012 è passata l’iniziativa referendaria dell’ecologista Franz Weber «Basta con la costruzione sfrenata di abitazioni secondarie». In base a questa decisione popolare, ogni Comune elvetico deve rispettare una quota massima del 20% per le residenze secondarie rispetto al totale del parco immobiliare esistente. Nuove abitazioni secondarie sono vietate in tutti i Comuni svizzeri in cui questo limite è già stato superato, che sono circa un quinto.
«Da tempo sappiamo che le aziende del ramo edile dovranno confrontarsi con un calo massiccio delle opere da eseguire - spiega Zimmermann -. La Bregaglia non ha il problema di avere troppe residenze secondarie, ma c’è un grosso rischio di conseguenze degli accordi bilaterali al quale ben pochi hanno pensato e tantomeno il signor Weber quando ha lanciato la sua iniziativa. La campagna delle seconde case puntava il dito ad alcune destinazioni in Svizzera dove effettivamente negli ultimi anni ci sono stati sviluppi forti nel settore delle seconde residenze. Zone come la Bregaglia devono inoltre fare i conti con altri problemi di cui pochi si sono resi conto prima della messa in vigore della nuova legge. Infatti molti immobili lasciati in eredità da residenti ai propri figli che ora vivono altrove sono classificati come seconde dimore».
In base a queste premesse, le preoccupazioni sono evidenti anche per il mondo del lavoro. «Non voglio fare differenze fra lavoratori italiani e svizzeri. In generale per tutti coloro che lavorano nel settore edile nei prossimi anni ci sarà un calo massiccio del volume d’affari. Non credo che si possano definire percentuali, ma il calo ci sarà».
Zimmermann formula un appello ai politici e ai membri del Governo svizzero. Si tratta di un dibattito tutto elvetico, ma che ha delle conseguenze rilevanti per centinaia di famiglie italiane. «Ora non voglio piangere sul latte versato. Guardiamo avanti. Ci si è però dimenticati delle conseguenze per le regioni già deboli con una situazione immobiliare completamente differente come per esempio la Bregaglia. Forse ci sono delle possibilità per trovare delle deroghe per le nostre regioni. Le ordinanze che definiscono le conseguenze concrete della nuova legge non sono ancora elaborate in dettaglio e forse sussiste la possibilità di trovare delle soluzioni. Faccio appello quindi alle nostre autorità, parlamentari e rappresentanti politici, come pure ai vari pianificatori e coordinatori affinché si possa salvare il salvabile. Bisogna fare in fretta».
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